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Il futuro della Nato: l'Alleanza euro-atlantica nella guerra in tempo di pace

25/11/2020

Guardando al 2030, l’evoluzione della Nato dipenderà principalmente da due variabili. La prima riguarda il contesto di sicurezza internazionale, e in particolare se questo tenderà al cosiddetto “multipolarismo aggressivo”. Questo scenario vede le potenze regionali e globali impegnate in varie forme di guerre per procura nonché attacchi cibernetici e guerre di informazione, tutti strumenti atti a mettere sotto pressione le società dei rispettivi competitor prendendo di mira principalmente infrastrutture critiche, sicurezza energetica, processi politico-decisionali, opinione pubblica, ecc., senza però sfociare in un conflitto aperto – una sorta di “guerra in tempo di pace”. La seconda variabile riguarda le politiche nazionali dei principali membri dell’Alleanza: da esse dipende il futuro della Nato e l’approccio degli Stati Uniti verso le alleanze multilaterali sarà un fattore determinante. In Europa le scelte nazionali si intersecano anche con il processo d’integrazione europea e il percorso dell’Ue verso una più ampia autonomia strategica nel settore della difesa. L’Italia dovrà perseguire in questo nuovo contesto le sue tradizionali priorità relative alle relazioni con gli Stati Uniti, il dialogo e la deterrenza verso la Russia, la partnership Nato-Ue e la stabilizzazione della regione del “Mediterraneo allargato”.

Traduzione rivista di “NATO’s Future: Euro-Atlantic Alliance in a Peacetime War” (IAI Papers 20|28), paper preparato per il webinar “The Future of NATO”, organizzato l’8 ottobre 2020 dall’Aspen Institute Italia e dall’Istituto Affari Internazionali, in partnership con il Real Istituto Elcano e il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale.

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