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The European Union in a COVID World

12/11/2020

Il mondo dove il Covid-19 si è scatenato con la sua forza distruttiva è un posto in cui gli europei pro-multilateralismo si trovano a disagio. La rivalità geopolitica, il divergere transatlantico e l’ondata nazionalista incidono pesantemente sul progetto di integrazione dell’Europa, viste le sue premesse liberali. La pandemia poteva spingere l’Unione europea a un punto di rottura, ma questo rischio non si è concretizzato. Al contrario il Covid-19 ha generato una nuova spinta verso l’integrazione, delineando una “unione di trasferimento” i cui tratti emergono per la prima volta nella storia dell’Ue. Ma se l’Ue non trasforma le misure di emergenza in qualcosa di più permanente farà fatica a manovrare nelle acque agitate di un mondo pandemico. Una delle principali variabili che determinano la capacità dell’Europa di resistere a questa tempesta è lo stato delle relazioni transatlantiche, che con Joe Biden dovrebbero ristabilizzarsi. L’Ue dovrebbe però resistere alla tentazione di ricadere nella sua routine da gregario e guardare all’America che reinveste nelle relazioni transatlantiche come a un’opportunità per assumersi maggiori responsabilità per il proprio futuro.

Paper presentato in un webinar sulle relazioni transatlantiche organizzato il 5 novembre 2020 dall’Istituto Affari Internazionali (IAI) e della Deutsche Gesellschaft für Auswärtige Politik (DGAP) in collaborazione con il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, la Compagnia di San Paolo, il Friedrich Ebert Stiftung (Ufficio di Roma) e l’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia.

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