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Lo stato del processo di integrazione del mercato europeo della difesa

18/03/2024

Negli ultimi 15 anni il panorama del mercato europeo della difesa ha vissuto significative evoluzioni grazie a iniziative intraprese nell’ambito dell’UE che pongono il Sistema-paese italiano di fronte a una sfida complessa. A livello normativo, le due direttive del 2009 concernenti gli appalti nel settore della difesa e i trasferimenti all’interno dell’UE hanno cercato, con risultati limitati, di abbattere le barriere tra i mercati nazionali degli stati membri, mentre il regolamento del 2019 sugli investimenti esteri diretti ha importanti implicazioni anche per il mercato della difesa. A partire dal 2016 la Commissione europea ha introdotto una serie di strumenti mirati a promuovere la cooperazione tecnologica e industriale nella difesa tra i governi e/o le imprese del settore, con l’obiettivo di consolidare la domanda e migliorare l’offerta nel mercato. In primo luogo vi è l’European Defence Fund (Edf) e poi, nel 2017, gli stati membri hanno istituito la Permanent Structured Cooperation (Pesco). Il Trattato di Lisbona disegnava dunque una Pesco ambiziosa e composta da pochi stati membri in grado, politicamente e operativamente, di svolgere le missioni militari più impegnative ed integrarsi verso standard più elevati, ma l’attuazione ha preso un’altra strada. Infine, a marzo 2024 la Commissione europea, delineando una visione di insieme e di lungo periodo articolata in nuovi strumenti di politica industriale, ha pubblicato la European Defence Industrial Strategy (Edis) pronta ora ad essere negoziata con gli stati membri e il Parlamento europeo, così da essere adottata definitivamente dall’UE nel 2025. La Strategia comprende anche la proposta di istituire un European Defence Industrial Programme (Edip), con un proprio regolamento e bilancio (1,5 miliardi di euro fino al 2027) similmente a quanto avviene per l’Edf. L’obiettivo principale, alla luce della guerra russa in Ucraina, è aumentare la prontezza (“readiness”) militare e industriale della difesa UE nel proteggere i propri cittadini e l’integrità del suo territorio. L’Edis, che pone obiettivi ambiziosi, presenta però dei punti critici. In un quadro tanto complesso, il presente studio analizza sinteticamente tutte le singole iniziative più rilevanti nella difesa europea dal 2009 in poi, fino all’introduzione dell’Edis, mettendo in luce sia gli impatti industriali che le criticità di tali iniziative, e formula di conseguenza una serie di raccomandazioni specifiche per l'Italia.

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