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La crisi libica e il ruolo dell'Europa

Autori:
30/07/2015

Con la caduta del regime di Gheddafi e l’acutizzarsi della guerra civile nel paese nel maggio 2014, la Libia si trova a far fronte a due principali sfide di sicurezza: contrastare il terrorismo di matrice islamista e gestire l’afflusso di migranti e richiedenti asilo che cercano di raggiungere l’Europa. Entrambe queste sfide rappresentano altrettanti problemi irrisolti per l’Unione europea (Ue) e i suoi Stati membri e condizionano pesantemente l’andamento delle relazioni tra questi ultimi e la Libia. Il presente studio delinea e discute queste sfide nell’ottica della revisione della Politica europea di vicinato (Pev). La crisi libica dovrebbe essere posta al centro dell’azione esterna dell’Ue, con l’obiettivo primario di pacificare e stabilizzare il paese. A tal fine, l’Ue dovrebbe farsi carico di tutta la crisi libica e non soltanto preoccuparsi di alleviare la pressione alle proprie frontiere attraverso una revisione della politica migratoria. Non esiste, infatti, alcuna soluzione sostenibile a queste emergenze senza una politica europea che affronti e risolva la crisi politico-istituzionale del paese.

Documento preparato per l’Istituto Affari Internazionali (IAI) nell’ambito dell’iniziativa “Citizens’ Dialogues” promossa dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea. Una precedente versione è stata presentata al seminario “La politica europea di vicinato in crisi? Il caso Libia e il futuro delle relazioni con il Mediterraneo”, Catania, 2 luglio 2015. Il seminario è stato organizzato dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea in collaborazione con la Cattedra Jean Monnet ad personam (ReShape) dell’Università degli Studi di Catania e l’Istituto Affari Internazionali (IAI).

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