Transizione, consolidamento, populismo e autoritarismo. La parabola tunisina
Il 25 luglio 2022, a un anno esatto dall’inversione di rotta del processo di transizione democratica in Tunisia, si è tenuto il referendum per approvare la nuova Costituzione che conferisce ampi poteri al Capo di stato. Ciò avviene a seguito della progressiva presa di potere da parte del presidente tunisino Kais Saied, la cui elezione nell'ottobre 2019 ha spianato la strada ad una serie di iniziative che hanno demolito la fragile architettura di separazione dei poteri e di stato di diritto in Tunisia. Così la Tunisia, paese che, dopo la caduta del regime di Ben Ali e la sua fuga in Arabia Saudita il 14 gennaio 2011, aveva ispirato altre ondate di protesta nella regione, assiste ora ad un profondo declino politico. I successi della transizione e il consolidamento democratico che hanno portato molti ad etichettare la Tunisia come unico successo delle rivolte in Medio Oriente e Nord Africa (MENA), sono ormai venuti meno, sopraffatti dalle manovre autoritarie di un presidente che inneggia al populismo e sfrutta la lotta alla corruzione per offuscare la sua indole autoritaria.
-
Details
in Enrico Campelli e Giorgio Gomel (a cura di), Il Mediterraneo allargato, una regione in transizione. Conflitti, sfide, prospettive, Roma, Donzelli, 2023, p. 89-92 (Quaderni CeSPI ; 6) -
ISBN/ISSN/DOI:
978-88-5522-461-1