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Il grande arsenale. Le armi nucleari tattiche in Europa: cosa sono? a che servono?

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01/12/1972

È sorprendente che in tempi in cui il problema della presenza militare americana in Europa è quanto mai all'ordine del giorno, sia in rapporto alla sicurezza europea sia alle nuove caratteristiche della politica estera Usa, assai poco si parli delle testate nucleari – dette per uso tattico – situate sul Vecchio Continente nel quadro nell'Alleanza atlantica, ma sotto il controllo statunitense. Eppure esse sono molte (oltre settemila) e di notevole potenza (ciascuna dell'ordine delle decine di chilotoni). A paragone, sembran poco i trecentomila soldati americani di stanza nella Germania occidentale, del cui ritiro, unilaterale o meno, si fa gran parlare. È vero, dunque, che il significato politico, prevale sul peso militare. Questa poca attenzione è particolarmente strana da parte degli europei, che sono i più direttamente interessati, in quanto l'uso di queste armi, ancorché da loro non deciso, porterebbe a delle conseguenze distruttive di spaventose proporzioni. È qui che trova la sua ragion d'essere questo studio. Poco si era detto sinora, al di fuori di pochi circoli di specialisti, perlopiù americani, di questi ordigni nucleari disposti in Europa nelle cosiddette basi avanzate. Qual’è la loro origine? Sono essi, in realtà, un residuo della strategia della risposta massiccia, quando tutta quella occidentale si è evoluta verso la risposta flessibile? È possibile un loro uso selettivo, discreto? E perché sono così numerosi? Sono essi dunque veramente «tattici»? insomma, come si possono definire le armi nucleari tattiche e qual’è la strategia d'impiego?