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Forze armate in transizione: il caso di Gran Bretagna, Francia e Germania

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18/10/2011

Lo scenario globale è in continua evoluzione. Emergono continuamente nuovi attori e nuove minacce. I paradigmi concettuali necessari per interpretare le dinamiche di sicurezza e difesa sono anch’essi, necessariamente, in evoluzione. Questo studio intende fornire una panoramica di come le forze armate di Francia, Gran Bretagna e Germania stanno reagendo a questi mutamenti: quali scelte vengono fatte in termini di dimensioni delle forze, di acquisizioni di equipaggiamenti ed armamenti, e quali sono le difficoltà incontrate. Il documento è formato da tre capitoli. Il primo discute i principali documenti strategici sui quali si basa la trasformazione militare in atto. Emergono forti similitudini nella concezione delle minacce e degli interessi nazionali da preservare, nonché sull’importanza di intervenire anche all’estero per prevenire l’aggravamento o l’esplosione di una crisi suscettibile di coinvolgere anche gli interessi nazionali dei tre stati europei presi in considerazione. L’analisi evidenzia però anche la difficoltà di individuare chiaramente le minacce, di natura varie e sfuggente, che la difesa deve affrontare. Il secondo capitolo si concentra sulle forze armate britanniche, francesi e tedesche. Ne considera prima di tutto l’evoluzione in termini generali descrive poi lo stato attuale e le riforme in via di applicazione. In ognuno degli stati considerati, le riforme puntano ad aumentare la flessibilità e la mobilità delle forze diminuendo allo stesso tempo i costi. I progetti di riforma si scontrano però con l’indeterminatezza delle minacce, un quadro finanziario difficile, e tutte le difficoltà politico-amministrative legate a riforme di ampio spettro. L’assetto delle forze che ne deriva è perciò sempre sub-ottimale, ma anche, in ognuno dei casi considerati, più efficiente di quello precedente. Nel terzo capitolo viene fornita una breve panoramica delle procedure decisionali con le quali viene deciso l’intervento militare all’estero, cioè in che modo vengono utilizzate le forze armate. Il capitolo esamina in particolar modo il ruolo dei parlamenti nazionali nell’iter decisionale relativo all’intervento. Infine, le conclusioni forniscono alcuni spunti di riflessione per il lettore italiano. Si vuole soprattutto sottolineare come sia necessario, in primo luogo, compiere sforzi sempre maggiori per potenziare gli strumenti conoscitivi e di analisi strategica a disposizione del governo, del parlamento e delle istituzioni preposte alla sicurezza. Si evidenzia inoltre come la gestione di uno scenario dinamico e volatile come quello attuale richiede scelte difficili ma necessarie di politica di difesa, nonché l’emergere di un dibattito pubblico e politico sulla difesa ben più approfondito, informato e consapevole.

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