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Politica europea dell'energia: il Corridoio Sud

Autori:
12/06/2012

Nell'ultimo decennio la sicurezza degli approvvigionamenti energetici è emersa come uno dei temi più dibattuti nelle strategie dei governi nazionali e delle istituzioni europee. In particolare, il settore del gas naturale è oggetto di profonde riflessioni di tipo strategico. Infatti, poiché il gas necessita di infrastrutture fisse come i gasdotti per essere trasportato, la sicurezza delle forniture è fortemente influenzata da elementi di tipo geografico e politico. Ciò determina notevole incertezza in un periodo in cui la produzione interna all'Unione europea (Ue) è in rapida diminuzione e gli approvvigionamenti da paesi terzi sono fortemente concentrati. In questo complesso scenario la diversificazione energetica, sia in termini di rotte di transito che di Paesi fornitori, è diventata uno dei cardini della politica energetica dell'Ue. Dal 2003 lo sviluppo del Corridoio Sud - una rotta di transito virtuale in grado di collegare le risorse del Mar Caspio ai mercati europei, aggirando il territorio russo - rappresenta la soluzione più promettente elaborata dall'Ue per raggiungere i suoi obiettivi di diversificazione energetica. Tuttavia, in questi anni l'azione della Commissione non sempre si è contraddistinta per pragmatismo e lungimiranza. Le scelte di Bruxelles sembrano aver talvolta sottovalutato importanti fattori, tra cui le differenti priorità nazionali in termini di politica energetica, le sfide geopolitiche che caratterizzano la regione del Mar Caspio e le esigenze industriali e commerciali di alcuni attori fondamentali per lo sviluppo delle risorse in questione. L'aver sottovalutato questo tipo di dinamiche, soprattutto focalizzando l'attenzione su Nabucco come unica soluzione ai problemi europei di diversificazione degli approvvigionamenti, ha portato a forti rallentamenti nello sviluppo del corridoio. Fortunatamente, una serie di eventi esogeni, tra cui il lancio del progetto South East Europe Pipeline (Seep) e l'intesa turco-azera per la realizzazione della Trans-Anatolian pipeline (TAnaP), hanno determinato un positivo cambiamento di rotta nell'approccio della Commissione. I giochi tra i quattro progetti in competizione per dare vita al Corridoio Sud - l'Interconnessione Grecia-Italia (Igi-Poseidon), Nabucco, la South East Europe Pipeline e la Trans Adriatic Pipeline (Tap) - si sono pertanto riaperti, in attesa che il consorzio che opera il giacimento azero di Shah Deniz II prenda una decisione sull'assegnazione del contratto per il trasporto del gas in Europa, prevista per metà 2013. Dal punto di vista italiano, la realizzazione del corridoio rappresenta un'importante opportunità per assicurarsi l'accesso alle risorse energetiche di una regione in potenziale espansione, rafforzando la sicurezza energetica nazionale ed il ruolo del Paese quale snodo strategico del gas europeo. Pertanto, è nell'interesse energetico italiano che, al momento della scelta finale, il consorzio Shah Deniz II opti per il percorso meridionale con destinazione finale in Italia, anziché selezionare la northern route attraverso l'Europa sudorientale. Il paper offre un approfondimento sulla politica dell'Ue verso il Corridoio Sud partendo dall'analisi del contesto regionale che ha determinato l'interesse della Commissione e da una descrizione dei progetti in competizione per la realizzazione del corridoio. Vengono in seguito esaminate le iniziative della Commissione, anche alla luce dei differenti interessi nazionali dei Paesi membri, nonché delle esigenze industriali e commerciali degli attori energetici coinvolti nello sviluppo del corridoio. Infine, si delineano alcune prospettive per il futuro del Corridoio Sud, con un'attenzione particolare agli interessi energetici dell'Italia.

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