Print version

The OSCE as Sisyphus: Mediation, Peace Operations, Human Rights

Autori:
13/04/2021

Negli ultimi dieci anni l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) è tornata alle sue origini, ossia ad essere una Conferenza da era della Guerra Fredda, un forum in cui gli stati e i blocchi, spesso in antagonismo tra loro e con ideali opposti, possono esternare i loro attriti e ostilità. L’Osce è stata creata senza personalità giuridica e con il liberum veto del principio del consenso. Questi limiti hanno frenato la crescita delle capacità esecutive e vincolato strettamente l’Osce alla volontà degli Stati partecipanti. Ciò ha reso la maggior parte degli sforzi di mediazione inefficaci, soprattutto laddove uno stato Osce è sia belligerante che mediatore negli stessi conflitti. Le operazioni di pace sono state più efficaci, in particolare la Missione speciale di monitoraggio in Ucraina, ma gli stessi fattori ne hanno fortemente limitato l’attività. Sebbene tutti gli Stati partecipanti si siano impegnati a favore della governance democratica, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, questi ideali sono venuti a mancare in gran parte dell’ex Unione Sovietica e gli autocrati hanno usato la mancanza di personalità giuridica dell’organizzazione e il principio del consenso per ostacolare gli sforzi dell’Osce. Se gli Stati partecipanti vogliono che l’Osce rimanga un’Organizzazione, non una Conferenza, devono agire per garantire la sua autonomia esecutiva.

Studio preparato nell’ambito del New-Med Research Network, aprile 2021.

Contenuti collegati