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La Politica europea di vicinato e la crisi in Ucraina

Autori:
30/07/2015

Questa analisi ricostruisce le motivazioni e gli obiettivi che hanno portato l’Unione europea a concepire la Politica europea di vicinato, successivamente scissa nella Unione per il Mediterraneo da una parte, e nel Partenariato orientale dall’altra. Dopo aver discusso gli strumenti della politica di vicinato, mirata a rafforzare i legami con i paesi dell’Europa orientale e del Caucaso, abbiamo considerato i vantaggi e le implicazioni dell’Accordo di associazione che nel caso dell’Ucraina ha aperto un’inattesa e lunga crisi. Ad un cambio di regime causato da un movimento di protesta dal basso, il Cremlino ha risposto annettendo la Crimea e fomentando un movimento separatista nelle regioni orientali del paese. Le misure adottate da Bruxelles in risposta all’uso della forza da parte russa sono state valutate sia da un punto di vista politico che economico mettendo in evidenza anche le implicazioni per l’Italia. Dallo scoppio della crisi ucraina, le relazioni Ue-Russia si caratterizzano per una tensione costante che, con rare eccezioni, tende a coinvolgere anche altri dossier creando uno stato di permanente instabilità.

Documento preparato per l’Istituto Affari Internazionali (IAI) nell’ambito dell’iniziativa “Citizens’ Dialogues” promossa dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea. Una precedente versione è stata presentata al seminario “La politica europea di vicinato in crisi? Il caso Ucraina e il futuro delle relazioni con la Russia”, Trento, 17 giugno 2015. Il seminario è stato organizzato dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea in collaborazione con il Centro Jean Monnet (CJM) dell’Università degli Studi di Trento, l’Istituto Affari Internazionali (IAI) di Roma, il Research Project on International Politics and Conflict Resolution (CeRPIC) della Fondazione Bruno Kessler di Trento e l’Osservatorio Balcani e Caucaso (OBC) di Rovereto.

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