Print version

Challenges to Democratic Consolidation in Turkey

19/01/2015, Bruxelles

Il 19 gennaio, il German Marshall Fund of the United States  (GMF), l'Istituto Affari Internazionali, il Policy Center di Istanbul e la Stiftung Mercator, - partner nel programma Global Turkey in Europe - hanno organizzato un dibattito sulle sfide al consolidamento democratico in Turchia con la partecipazione della prof.ssa Meltem Müftüler-Bac del Sabanci University, Istanbul, e di Özgür Ünlühisarcikli, Direttore dell’ufficio di Ankara del GMF.

Il dibattito è stato moderato da Corinna Hörst, vicedirettrice del GMF di Bruxelles, e si è svolto nel rispetto della Chatham House Rule. Il pubblico includeva rappresentanti delle istituzioni europee, gruppi di riflessione e ONG.

I relatori hanno convenuto che la Turchia sta vivendo una deriva verso un sistema maggioritario e autoritario. Dalla metà degli anni 2000, vari indici indicano il deterioramento delle libertà democratiche, della libertà di stampa e della parità di genere. Le ragioni di questo arretramento sono diverse, e hanno molto a che fare con la politica del partito dominante, abbinata ad una debole opposizione; con la mancanza di controlli e contrappesi sistematici; e con la mancanza di tolleranza per alterità e dissenso.

Per quanto l'adesione della Turchia all'Unione europea sia da considerarsi improbabile nel prossimo futuro, i partecipanti hanno discusso le forme alternative di integrazione differenziata. Queste potrebbero includere la revisione dell'unione doganale UE-Turchia, l'instaurazione di un dialogo di politica estera, e in particolare la cooperazione strutturata in settori come la lotta al terrorismo.

I relatori concordano sul fatto che, mentre i legami della Turchia con l'UE sono incerti, il suo impegno nella Nato è assoluto. La Turchia ha una lunga tradizione di rispetto dell'accordo NATO, e nonostante la crescente alleanza tra il presidente turco Erdogan e l’omologo russo Putin, non mette in discussione la sua adesione al Patto.

 

Contenuti collegati