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Riforme e sistema economico nell'Europa dell'est

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01/09/1972

Il sistema economico dei paesi dell'Europa orientale entra in sempre maggior contatto con l'occidente: problemi monetari, di mercato, di produzione, di capitali e di lavoro, sinora anticipatamente costretti entro schemi rigidi e al limite autarchici, devono trovare la loro soluzione. Non vi è dubbio che un fatto centrale nell'evoluzione di quei paesi e di quel sistema, nell'ultimo quindicennio, sia stato ciò che è d'uso chiamare «la riforma»: intendendo con questo termine la trasformazione delle strutture organizzative dell'economia e dei rapporti di potere economico fra il centro e la periferia, fra il vertice e la base della piramide sociopolitica; ossia il passaggio dall'«economia di comando» ereditata dallo stalinismo, a un'economia sempre caratterizzata dalla proprietà sociale dei mezzi di produzione, ma aperta a un pluralismo dei centri di potere e di iniziativa economica, tanto da poter essere detta anche «economia socialista di mercato guidato». In questo contesto il rapporto speciale di blocco stabilito in questi anni dall'Urss e codificato attraverso il Comecon, deve evolvere, evitando il ripetersi di gravi crisi politiche che spostino il discorso sul piano della mera forza militare. Questi in sintesi i problemi affrontati negli scritti di alcune personalità economiche orientali ed occidentali che l'lstituto affari internazionali ha raccolto in questo volume. Esso è basato su tre documenti provenienti «dall'interno» dei paesi socialisti, dovuti ad economisti direttamente impegnati in due dei paesi da questo punto di vista più interessanti: Polonia ed Ungheria; mentre il raccordo tra questi problemi interni al campo socialista e la più generale analisi dei processi d'integrazione e dei rapporti tra sistemi diversi, è fornito da due studiosi occidentali, di cui uno inglese ed il secondo italiano.