Mentre il voto francese attenua le ansie euro-scettiche, il dialogo tra le istituzioni creditrici (Commissione Ue, Bce, Fmi) e Atene va avanti, anche se manca ancora il piano di riforme promesso dal governo di Tsipras, mentre circolano proposte informali, come quella di lanciare nuovi programmi di investimenti europei. Attenzione spreciale va sempre alla Russia: le esportazioni europee subiscono infatti l'impatto delle ritorsioni nei giochi della diplomazia coercitiva.