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Osservatorio sulla Difesa Europea, ottobre 2004

15/10/2004

11 Ottobre 2004 
Consiglio Affari Generali Relazioni Esterne - Terrorismo, Missioni Althea e Proxima, Darfur, Esportazione Armamenti Libia e Cina

Il Consiglio Affari Generali Relazioni Esterne dell’Ue ha discusso diversi temi: le misure antiterrorismo, le missioni Pesd e l’esportazione d’armamenti. 
In merito al contrasto al terrorismo internazionale, l’adozione delle misure assunte nei mesi precedenti sembra procedere con qualche difficoltà. 
Il Consiglio ha quindi invitato i paesi membri ad implementare il Piano d’Azione adottato in Giugno, favorendo il mandato di cattura europeo e l’istituzione di squadre d’investigazione comuni (una prima squadra è stata costituita il 9 Settembre 2004 da Francia e Spagna). 
Il Consiglio ha discusso lo stato delle missioni Pesd attuali e future. 
In particolare, è stato adottato il piano operativo (Oplan) della missione militare Althea in Bosnia Herzegovina, destinata a passare sotto controllo politico e la direzione strategica dell’Unione Europea il 2 Dicembre 2004. Il Consiglio dovrà adottare successivamente la decisione formale di lanciare Althea. 
Il 25 Ottobre la Nato ha dichiarato di voler mantenere un piccolo contingente (comprensivo di un Quartier Generale) anche dopo il passaggio della propria missione Sfor sotto comando dell’Ue. 
Inoltre, è stata decisa l’estensione del mandato per altri 12 mesi della missione di polizia Proxima in Macedonia-Fyrom, il cui mandato sarebbe scaduto il 15 dicembre 2004. I Ministri degli Esteri dell’Ue dovrebbero adottare la decisione formale di prolungamento a Novembre. 
Un nuovo fronte d’impegno potrebbe essere rappresentato dalla regione del Darfur in Sudan. Il Consiglio ha ribadito le minacce di sanzioni (in base alle Risoluzioni Onu 1556 e 1564), nonché il sostegno anche economico alla missione di pace dell’Unione Africana (Ua) attualmente in corso. 
Il 23 Ottobre l’Ue ha comunicato che si farà carico di metà dei costi della missione dell’Ua, portando l’ammontare degli aiuti europei per l’anno 2004 oltre i 300 milioni di euro. La missione di osservazione in fase di spiegamento comprenderà complessivamente 600 osservatori militari, una forza di protezione di 1.100 uomini e 800 poliziotti africani e dovrà garantire l’applicazione delle regole e degli accordi sottoscritti, nonché creare le condizioni di sicurezza necessarie per il trasporto degli aiuti. 
Inoltre, sono stati portati all’attenzione del Consiglio due casi relativi all’esportazione di armamenti. 
Nel quadro del processo di normalizzazione delle relazioni con la Libia, l’Ue ha deciso di revocare l’embargo sull’esportazione di armi (sottoposto in ogni caso alla disciplina del Codice di Condotta Europeo in materia). L’Italia ha particolarmente premuto per questo risultato, che dovrebbe favorire anche l’impegno delle autorità locali nella lotta all’immigrazione clandestina. 
Il Consiglio ha anche discusso, senza giungere ad una decisione, la revoca dell’embargo sulle vendite di armi alla Cina deciso nel 1989. La Francia spinge per tale misura, appoggiata da Italia e Germania e avversata da Danimarca e Olanda (oltre che dagli Stati Uniti), nonché dal Parlamento Europeo (Pe). 
In merito, la Commissione Affari Esteri del Pe ha adottato un rapporto che richiede che il Codice di Condotta Europeo sull’esportazione di armamenti divenga vincolante e supporta l’adozione di un sistema comune di monitoraggio e di un’Agenzia europea d’ispezione del commercio d’armamenti.

13-14 Ottobre 2004 
Nato - Nrf, Irak, Afghanistan, Kosovo

L’agenda dell’incontro informale dei Ministri della Difesa della Nato è stata particolarmente densa. 
In primo luogo, è stato discusso lo stato d’avanzamento delle capacità europee. 
Il particolare, è stata dichiarata la capacità operativa iniziale (17.500 uomini, 24.00 entro il 2006) della Nato Response Force (Nrf), la forza d’intervento rapido dell’Alleanza, ed è stata ribadita la sua compatibilità con le iniziative dell’Ue, quali la costituzione dei “battle groups”. 
La Nato ha inaugurato inoltre un nuovo sistema di comunicazioni (Communication and Information System, Cis) esteso a tutti i suoi membri; lo scambio di informazioni classificate pone tuttora qualche problema di accesso da parte dei unici due paesi membri dell’Ue non membri dell’Alleanza Atlantica (Malta e Cipro). 
I ministri hanno discusso anche della situazione in Irak, Afghanistan e Kosovo.
La Nato si è impegnata ad ampliare la missione di addestramento in Irak. L’impegno iniziale deciso il 22 Settembre dal Consiglio Atlantico è di 200-300 istruttori. Il 29 Ottobre il Saceur ha dichiarato che il primo livello della missione prevede 350 inviati Nato (di cui 60% istruttori e 40% forze di protezione), con l’obiettivo di addestrare 1.000 ufficiali iracheni l’anno.
L’approvazione dell’Oplan (finalizzato dallo Shape il 25 Ottobre) da parte del Comitato Militare è prevista per il 3 Novembre. 
Si è discusso inoltre dell’ampliamento della missione Nato Isaf in Afghanistan e del rafforzamento del contingente in vista delle elezioni presidenziali del 9 Ottobre, svoltesi regolarmente. 
E’ stata presa in considerazione l’integrazione delle strutture di comando tra la missione di stabilizzazione Nato Isaf e quella antiterrorismo a guida Usa “Enduring Freedom”, promossa dagli Strati Uniti ma avversata da Francia e Germania (il 30 Settembre è stato deciso il prolungamento di un anno della permanenza del contingente tedesco, il più numeroso di Isaf). 
Ai primi di Ottobre la Nato ha rafforzato anche il proprio contingente in Kosovo, in vista delle elezioni politiche del 23 Ottobre, tenutesi regolarmente ma senza la partecipazione della minoranza serba.

20 Ottobre 2004 
Commissione Europea - Terrorismo Internazionale

Il 20 Ottobre la Commissione Europea ha presentato delle Comunicazioni relative alla lotta al terrorismo, successivamente discusse dal Consiglio Giustizia e Affari Interni del 25 Ottobre, in vista dell’approvazione formale da parte del Consiglio Europeo del 17 Novembre. 
Le iniziative proposte riguardano in particolare: 

  • la lotta al finanziamento del terrorismo 
  • la protezione delle infrastrutture critiche 
  • l’istituzione di un sistema di allarme centrale in seno alla Commissione.

Ottobre 2004 
Europa - Non Proliferazione Adm: Iran, Siria

Nel corso del mese di Ottobre, si sono intensificate le azioni dell’Ue e dei suoi paesi membri volte a contrastare la diffusione delle armi di distruzione di massa (Adm) e dei loro vettori. 
L’attenzione è stata in particolare rivolta al programma nucleare iraniano e agli accordi con la Siria. 
Il 19 Ottobre la Commissione Europea e la Siria hanno ufficialmente concluso i negoziati relativi agli Accordi di Associazione (la cui firma è prevista entro Novembre), dopo che Damasco ha accettato una clausola in base alla quale di impegna a non produrre o trasferire Adm. 
Da parte loro invece, gli Stati Uniti hanno imposto un embargo commerciale al paese, considerandolo un paese proliferatore ed una minaccia alla sicurezza.
L’approccio diplomatico europeo è stato impiegato anche nei confronti dell’Iran; la Presidenza di turno olandese ha affermato l’11 Ottobre di voler favorire una politica d’incentivazione a condizione che venga sospeso il programma di arricchimento dell’uranio. 
Gli Usa vorrebbero invece che l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) deferisse l’Iran al Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite come primo passo verso una condanna e possibili sanzioni. 
Il 21 Ottobre il cosiddetto terzetto europeo (composto da Francia, Germania e Regno Unito) ha proposto all’Iran di fornire tecnologia nucleare civile in cambio della cessazione del programma di arricchimento dell’uranio, prospettando l’adozione di una linea simile a quella americana in caso di rifiuto, ma la risposta giunta il 25 Ottobre, per quanto interlocutoria, rimane sostanzialmente negativa. 
Inoltre, il 6 Ottobre l’Iran ha comunicato di avere sviluppato un missile balistico della gittata di 2.000 km, capace quindi di raggiungere territori europei anche con testate non convenzionali. 
Il 25 Novembre la Aiea presenterà un rapporto sull’Iran.