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Osservatorio sulla Difesa Europea, ottobre 2002

15/10/2002

4-5 Ottobre 2002 
Riunione informale Ministri Difesa

Si è tenuta a Creta una riunione informale dei Ministri della Difesa, con la partecipazione dell’Alto Rappresentate Solana e del Segretario Generale della Nato, Robertson. L’attenzione dei Ministri si è focalizzata sullo sviluppo delle capacità militari necessarie per la forza di reazione rapida europea e sul rapporto con la Nato in vista del Vertice di Praga a Novembre. E’ stato esaminato il lavoro dei 17 panel che da 6 mesi esaminano le carenze riscontrate e che dovrebbero terminare i lavori nel primo semestre 2003. Inoltre, i Ministri hanno discusso preliminarmente la proposta americana di dotare la Nato di una forza di reazione per operazioni ad alta intensità fatta a Varsavia il 25 Settembre e si sono chiesti quale possa essere il rapporto fra questa e la forza europea. E’ nuovamente emersa la necessità di rendere operativo al più presto l’accordo “Berlin +” con la Nato per poter svolgere le prospette operazioni di stabilizzazione nei Balcani.

24-25 Ottobre 2002 
Consiglio Europeo - Partecipazione Nato in operazioni Pesd

Il Consiglio Europeo riunito a Bruxelles ha approvato un documento riguardante il coinvolgimento nella Politica Europea di Sicurezza e Difesa degli stati europei membri della Nato ma non dell’Ue, secondo quanto indicato al vertice di Nizza. L’accordo permette e prevede un continuo rapporto di consultazione, lo sviluppo della pianificazione, la partecipazione alle esercitazioni e alle operazioni vere e proprie condotte sotto la bandiera dell’Ue da parte dei paesi non membri. In caso di operazioni condotte autonomamente, il Consiglio inviterà i partner a parteciparvi, con particolare riguardo al loro interesse immediato nell’area d’intervento. Nel caso invece di operazioni che coinvolgono l’impiego di risorse della Nato, i paesi partner potranno parteciparvi secondo le procedure previste nell’ambito dell’Alleanza Atlantica.

L’accordo interno all’Unione rappresenta un passo significativo verso la sistematizzazione dei rapporti fra Ue e Nato alla vigilia dei possibili primi impieghi della forza di reazione europea. Il meccanismo di consultazione e coinvolgimento identificato sembra favorire un coinvolgimento quanto più ampio possibile dei partner esterni e quindi potrebbe rilanciare le opportunità per un accettazione da parte turca degli accordi definitivi fra Nato e Ue. 

28 Ottobre 2002 
Convenzione Europa 2004 - Difesa

SIl Presidente della Convenzione sul futuro dell’Europa Giscard d’Estaing ha presentato una prima proposta di Costituzione europea, che include i lavori svolti dal tavolo di lavoro sulla Politica di Difesa, presieduto dal Commissario Michel Barnier. Secondo questa bozza, il testo dovrebbe richiamare il principio di solidarietà fra i paesi membri, proponendo quindi implicitamente un rapporto di mutua assicurazione fra essi in caso di minaccia alla loro esistenza ed ai loro interessi fondamentali, simile a quello vigente fra i membri della Nato e dell’Ueo in base ai rispettivi articoli 5. Inoltre, si propone la definizione di un patto di stabilità per la difesa per garantire un corretto burden-sharing fra i membri e l’adozione di una agenzia per gli armamenti comune. In tema di coordinamento fra la Politica Estera, quella di difesa e le missioni di stabilizzazione, rimane incerta la definizione del rapporto fra le future competenze della Commissione e quelle del Consiglio dell’Ue.

Lo schema proposto dalla Convenzione si pone degli obbiettivi piuttosto ambiziosi e propone dei forti avanzamenti verso la comunitarizzazione della Pesc e della Pesd. Inoltre, la prospettiva di una clausola di solidarietà apre le porte per un coinvolgimento dell’Unione non solo nella gestione delle crisi, ma anche nel delicato settore della difesa e delle operazioni militari ad alta intensità, deterrenza nucleare inclusa. Di certo queste proposte verranno discusse e probabilmente criticate dai governi maggiormente preoccupati dalla prospettiva di dover condividere la loro sovranità in materia di difesa, come il Regno Unito, ma anche supportate da altri paesi più propensi a sviluppare la propria politica di sicurezza in un ambito europeo, come la Francia. La misure definite dalla Convenzione sembrano procedere nella giusta direzione, ma non è certo che questa iniziativa possa essere coronata da successo. Si attendono ora le proposte e le considerazione dei paesi membri; di certo, per lo sviluppo dell’Europa della difesa si apre una finestra d’opportunità probabilmente unica. 

Ottobre 2002 
Bilanci della difesa

Nel corso del mese è divenuto d’attualità il dibattito sulle risorse che i principali paesi europei dedicano alla difesa. In una situazione internazionale di continua sollecitazione e crescente importanza degli strumenti di difesa, chiamati a garantire la sicurezza comune e a rispondere alle nuove minacce, solo due grandi paesi europei si avviano a seguire, con le debite proporzioni, il percorso di forti incrementi di budget previsti dagli Stati Uniti: Gran Bretagna e Francia. Mentre il bilancio americano si avvicina sempre più ai 400 miliardi di dollari, il governo inglese prevede una crescita degli stanziamenti di 3,5 miliardi di sterline in 5 anni per superare costantemente quota 31 miliardi di sterline all’anno e quello francese ha proposto una Legge di Programmazione che identifica un piano quinquennale di crescita per superare i 31 miliardi di euro del 2003. Gli altri principali paesi europei come Germania (budget 2003 attorno ai 24 miliardi di euro) e Italia (circa 17 miliardi di euro) invece tendono a ridurre le spese per la difesa, in particolare quelle di investimento, imputandolo ad una situazione di grave disavanzo della spesa pubblica. Questa situazione rischia di compromettere l’evoluzione delle politiche di difesa europee ed atlantiche, dal momento che non garantisce i fondi necessari per la riforma degli strumenti militari. Si ripropone pertanto con forza il tema del miglioramento della qualità della spesa militare, superando la dimensione nazionale degli sforzi, al fine di garantirne un ritorno migliore in termini di capacità.