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Osservatorio sulla Difesa Europea, novembre 2000

15/11/2000

8-9 novembre 2000
Incontri Nac - Copsi

Il Consiglio Permanente della Nato e il Comitato Politico e di Sicurezza provvisorio dell'Ue hanno tenuto due riunioni consecutive finalizzate alla definizione dei rapporti fra la Pesd e l'Alleanza Atlantica. Durante i due incontri sono emerse difficoltà nel trovare accordi precisi che risolvano i problemi emersi nei gruppi di lavoro congiunti, relativi allo stabilimento di rapporti istituzionali permanenti, all'accesso dell'Ue a capacità militari della Nato e allo scambio di informazioni.

Il fatto che si svolgano ormai con una certa regolarità incontri a livello istituzionale e non più solamente informale come avveniva in precedenza è di per se positivo. I meeting hanno però messo in luce come, a pochi giorni dalla Conferenza per la costituzione della forza di intervento europea del 20 novembre, il problema vitale del rapporto con l'Alleanza Atlantica e con le sue capacità militari rimanga sostanzialmente irrisolto. Lo scambio di intelligence rimane bloccato dall'opposizione del Parlamento Europeo, appoggiato da alcuni membri dell'Ue non facenti parte della Nato, ad accettare la classificazione delle informazioni relative alla sicurezza. L'incertezza circa gli organismi istituzionali destinati a guidare la Pesd non permette lo stabilimento di consultazioni stabili e certe a livello dei vertici della due organizzazioni. Infine, non è stata ancora trovata la modalità di accesso della futura forza europea agli assets Nato (spesso appartenenti a singoli paesi dell'Alleanza); la questione è particolarmente delicata, dal momento che senza una definizione certa dei mezzi resi disponibili e delle relative regole di impiego la costituenda forza europea rimarrà incompleta.

10 novembre 2000
Riunione dei Capi di Stato Maggiore Ue - Catalogo delle forze

I Capi di Stato Maggiore dei paesi dell'Ue si sono riuniti per la terza volta e hanno approvato il catalogo delle forze militari che verrà presentato alla Conferenza per la costituzione della forza europea che si terrà il 20 novembre a livello dei Ministri della Difesa.

13 novembre 2000
Riunione Weag - Nuovi membri

Il Consiglio della Weag riunitosi a Marsiglia ha approvato l'ingresso nel Gruppo di sei nuovi membri: Austria, Finlandia, Polonia, Repubblica Ceca, Svezia e Ungheria. I membri effettivi sono ora diciannove. La Weag continuerà a svolgere il proprio ruolo nella cooperazione in materia di armamenti anche in seguito alla fusione della Ueo nell'Ue. A partire dal 2001 l'Italia assumerà la presidenza dell'organismo per i prossimi due anni.

13 novembre 2000
Consiglio Ministeriale Ueo - Fusione nell'Ue

Il Consiglio Ministeriale dell'Ueo riunito a Marsiglia ha sancito il trasferimento delle capacità dell'organizzazione nella Ue. Il Centro Satellitare e l'Istituto di Studi di Sicurezza verranno trasferiti entro al fine del 2001 e l'Ueo contribuirà così, anche con i suoi comandi militari già esistenti, a rafforzare la Politica di Sicurezza e Difesa dell'Unione Europea. Rimarrà operativa una struttura ridotta della Ueo per garantire il rispetto delle obbligazioni relative all'Art. V (difesa collettiva) e IX (obbligo di relazione annuale all'Assemblea) del Trattato di Bruxelles. La Weag e la Weao rimarranno operative indipendentemente dal futuro della Ueo. La sorte del qualificato personale della Ueo rimane incerta.

Con l'incorporazione della capacità dell'Ueo, la Pesd riceve un sostanziale contributo in termini operativi. Permane qualche incertezza sulle modalità del trasferimento delle capacità, in particolare per quanto riguarda il personale Ueo, il cui trasferimento all'interno di agenzie Ue responsabili per la Pesd potrebbe dare un valido contributo allo sviluppo delle stessa.

20-21 Novembre 2000
Riunione Ministri Difesa Ue – Conferenza generatrice della forza europea

I ministri della difesa dell’Unione si sono riuniti a Bruxelles e hanno adottato il catalogo delle forze rese disponibili dai paesi membri per il raggiungimento dell’Headline Goal definito al Consiglio di Helsinki dell’ 11 dicembre 1999.
Il complesso della forza è costituito da circa 100.000 uomini, 400 aerei e 100 unità navali.
I contributi di massima dei singoli paesi sono:

PAESE UOMINI AEREI NAVI
Germania 13.500 93 20
Regno Unito 12.500 72 18
Francia 12.500 75 15
Italia 12.000-19.800 47 19
Spagna 6.000 40 un gruppo
Olanda 5.000 alcuni alcune
Grecia 3.500-4.000 alcuni alcune
Belgio 1.000-3.000 25 9
Austria 2.000    
Finlandia 1.500-2.000    
Svezia 1.500    
Irlanda 1.000    
Portogallo 1.000 - -
Lussemburgo 100    
Danimarca -    

(Fonti: Atlantic News e autorità nazionali)

La Danimarca ha deciso di non contribuire alla formazione della forza europea.
Oltre alle forze indicate, sono stati offerti alcuni comandi proiettabili e strutture di C4ISR, anche satellitari, che si vanno ad aggiungere alle capacità già presenti in sede Ueo.
Il documento approvato individua anche alcune carenza di cui ci si dovrà fare carico (capacità strategiche di trasporto, comando e controllo, intelligence, logistica, munizionamento di precisione, ecc.) e auspica la predisposizione di strumenti adeguati sul lato industriale.
Alcuni paesi non facenti parte dell’Unione hanno offerto il proprio contributo, fra cui spicca quello turco (4.000 – 5.000 uomini); la Norvegia offre 1.200 uomini, la Repubblica Ceca 1.000, l’Ungheria 450, la Slovacchia 350, la Polonia una brigata.
L’insieme dei provvedimenti riguardanti la Pesd sarà sottoposto all’approvazione e adozione del Consiglio Europeo di Nizza, il prossimo dicembre.

L’adozione ufficiale del catalogo delle forze da parte dei ministri della Difesa europei rappresenta un passaggio fondamentale per la realizzazione della forza di intervento prevista dal Consiglio Europeo di Helsinki. E’ degna di nota la rapidità con la quale i membri dell’Ue hanno concretizzato l’impegno a dotarsi di una capacità non simbolica per fronteggiare le crisi internazionali e supportare le politica estera dell’Unione.
Si tratta comunque di una forza “on call” e non di un vero e proprio “esercito europeo” (sebbene in prospettiva vi potrebbero essere evoluzioni in tal senso), la cui presenza è tesa anche a rafforzare le capacità della Nato, come hanno sottolineato gli inglesi.
Il fondamentale, rilevante contributo inglese evidenzia l’importanza che la Pesd ha assunto nell’ambito del processo di integrazione europea.
L’atteggiamento con cui è stata accolta la decisione non è uniforme e talora non scevro da preoccupazioni; la posizione di relativa autonomia rispetto alla Nato rappresentata dal governo francese ha destato qualche preoccupazione sia negli Usa che nel Regno Unito e in generale fra i membri della Nato non appartenenti all’Ue.
I partner dell’Unione hanno reagito positivamente, ma l’inclusione di alcuni di loro nel processo decisionale potrebbe risultare problematica, ancorché necessaria come nel caso della Turchia e degli Stati Uniti: si dovranno infatti stabilire le modalità di accesso della forza europea alle capacità della Nato di cui essa potrebbe necessitare.
I gravosi impegni assunti dai singoli paesi europei avranno certamente un impatto notevole sugli strumenti militari nazionali e sugli stanziamenti per la difesa, nonché sulla politica degli armamenti; é prevedibile, oltre che auspicabile, un maggiore coordinamento di queste politiche in sede comunitaria.
Le decisioni dei ministri europei hanno dato alla struttura tecnico-militare la spinta necessaria per la realizzazione dell’Headline Goal entro il termine previsto (2003); si attendono ora le necessarie disposizioni di carattere istituzionale che chiariscano la linea di comando cui deve rispondere la costituenda forza e lo sviluppo delle relazioni con la Nato.
I governi dovranno inoltre predisporre le risorse che questo progetto richiede, sia in termini di volontà politica a procedere ad ulteriori cessioni di sovranità, sia in termini organizzativi e finanziari per il sostegno e lo sviluppo delle capacità operative.