Osservatorio sulla Difesa europea, gennaio 2013
PRIMO PIANO : 11 – 17 GENNAIO
LA FRANCIA INTERVIENE IN MALI, L’UE APPROVA UNA MISSIONE DI ADDESTRAMENTO
In seguito all’aggravarsi della situazione in Mali, già compromessa con il colpo di stato nel marzo del 2012, a gennaio il presidente maliano Traoré ha comunicato di aver chiesto e ottenuto un intervento militare della Francia, in accordo con l'ECOWAS (Economic Community of West African States), contro i ribelli che occupano il nord del Paese. Di conseguenza, sulla base della risoluzione Onu 2085 del dicembre 2012, la Francia ha avviato un’operazione militare (Operazione Serval) nel Mali volta a ristabilire la sovranità del paese sui territori sahariani settentrionali, occupati da più di un anno dai ribelli. Il 22 gennaio gli aerei francesi colpiscono la sede di Al-Qa'ida nel Maghreb islamico mentre il 26 gennaio la coalizione franco-maliana riprende il controllo della città di Gao. Pochi giorni dopo le truppe francesi riconquistano Timbuctu.
A fine gennaio, l’intervento conta circa 2.400 militari francesi dispiegati sul terreno affiancati da 2.900 uomini provenienti dai paesi africani tra cui Nigeria, Togo, Burkina Faso e Senegal. Il dispositivo aereo francese include velivoli Mirage e Rafale, elicotteri Gazelle, due droni Harfang e aerei tra trasporto C130, C160 e C135; inoltre, alcuni paesi dell’UE (tra cui Italia, Germania e Regno Unito) e gli Stati Uniti hanno deciso di contribuire all’intervento attraverso sostegno logistico, aereo e di condivisione dell’intelligence.
Parallelamente all’intervento francese, il 17 gennaio è stata approvata la missione EUTM Mali per fornire, nel sud del Mali, formazione e consulenza militare alle forze armate maliane che operano sotto il controllo delle legittime autorità civili. L’obiettivo è di contribuire al ripristino della loro capacità militare per consentire di condurre operazioni volte a ripristinare l’integrità territoriale maliana e ridurre la minaccia rappresentata dai gruppi terroristici. Il generale di brigata francese François Lecointre è stato nominato comandante della missione, il cui quartier generale è stato stabilito a Bamako. Il finanziamento previsto per la missione è pari a 12.3 milioni di euro, con una durata iniziale di 15 mesi.
22 GENNAIO
MODIFICA E PROROGA DELLA MISSIONE EUTM IN SOMALIA
Il Consiglio ha esteso il mandato della missione EUTM Somalia, volta all’addestramento delle forze di sicurezza somale, per altri due anni. Inoltre, sono state ridefinite le attività della missione, la quale dovrà fornire altresì consulenza politico-strategico alle autorità somale nonché addestramento specializzato. Il generale di brigata Gerald AHERNE è stato nominato comandante della missione, la cui dotazione finanziaria fino a marzo 2015 è stimata intono ai 11.6 milioni di euro.
30 GENNAIO
I PRIMI MISSILI PATRIOT OPERATIVI IN TURCHIA
Le prime 4 batterie di missili Patriot sono operative in Turchia. La Nato infatti, dispone delle capacità di comando e controllo delle batterie di missili olandesi e tedesche, situate ad Adana e Kahramanmaras nel sud del paese. L’ultima batteria sarà fornita dagli Stati Uniti e sarà posizionata a Gaziantep, circa 50 chilometri a nord del confine. Una volta che tutte e 6 le batterie saranno schierate, secondo la NATO i missili Patriot saranno in grado di offrire la copertura aerea ad un’area in cui vivono circa 3,5 milioni di turchi.
31 GENNAIO
APPROVATO IL CONCETTO DI GESTIONE DELLA CRISI PER UNA POSSIBILE MISSIONE IN LIBIA
Il Consiglio ha approvato il concetto di gestione della crisi per una possibile missione a sostegno del controllo dei confini in Libia, nel quadro della politica di sicurezza e difesa comune, dando avvio al processo di pianificazione operativa. La missione rafforzerebbe le capacità libiche in materia di sicurezza e gestione delle frontiere via terra, mare e aria. La gestione dei flussi migratori e la riforma dello stato di diritto in Libia saranno altresì parte del programma. Il mandato della missione, per il cui avvio servirà un ulteriore atto giuridico del Consiglio, sarà inizialmente di due anni. Prenderà avvio a Tripoli, ma potrebbe essere estesa ad altre località sulla base delle necessità del paese.
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Dati bibliografici
Roma, Istituto affari internazionali, 2013, 2 p. -
Numero
13/01