Print version

NATO and European Security: Back to the Roots?

Autori:
03/01/2016

La crisi in Ucraina ha significato un cambiamento importante per la Nato. Al vertice del settembre 2014 in Galles gli alleati hanno deciso che la difesa collettiva tornasse ad essere primus inter pares tra i tre principali compiti della Nato (gli altri due sono la gestione delle crisi e la cooperazione in materia di sicurezza). L’essere di nuovo coinvolta non rende però necessariamente più facile la vita dell’Alleanza. Nonostante quello della difesa collettiva sia un “vecchio” compito, difficilmente può rappresentare un “ritorno alle origini” perché la Nato deve agire in un contesto sostanzialmente diverso da quello della guerra fredda in termini securitari, politici, finanziari e militari. Sono radicalmente cambiate sia le dinamiche interne all’Alleanza sia le condizioni esterne. Tutto ciò richiede un sostanziale ripensamento. La Nato deve apprendere di nuovo cosa sia la difesa collettiva, ma in un diverso contesto. Concentrarsi solo su questo compito significa inoltre trascurare le sfide per la sicurezza che alcuni stati membri si trovano ad affrontare, in particolare a Sud. Gli attacchi di Parigi del 2015 sono un chiaro richiamo a ciò. L’Alleanza deve quindi trovare un equilibrio tra due compiti, quello della difesa collettiva e quello della gestione delle crisi, entrambi nella loro versione aggiornata, anche in relazione al suo terzo compito fondamentale, la cooperazione in materia di sicurezza.

Versione rivista di un paper presentato all'ottava edizione del Transatlantic Security Symposium “Challenges to European Security: A Transatlantic Perspective” organizzata a Roma il 26 ottobre 2015 dall'Istituto Affari Internazionali (IAI).

Contenuti collegati