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Migration Dynamics in Play in Morocco: Trafficking and Political Relationships and Their Implications at the Regional Level

Autori:
30/11/2018

Nel 2018 il Marocco è diventato il primo paese di partenza per i migranti provenienti dall’Africa e contemporaneamente la Spagna è diventato il principale paese di ingresso in Europa. Questo sviluppo ha fatto rinascere in Spagna i timori suscitati dagli eventi dell’autunno 2005, quando centinaia di migranti hanno violato per la prima volta le barriere di sicurezza che separano le sue città in Nord Africa (Ceuta e Melilla) dal resto del Marocco. Ha susciato anche il ricordo dell’arrivo nelle isole Canarie, da maggio a settembre 2006, di 32.000 migranti provenienti principalmente da Mauritania e Senegal. In questo modo la storia della migrazione irregolare tra Africa e Europa sembra ripetersi dall’inizio di questo secolo. Le recenti tendenze migratorie nel Mediterraneo occidentale evidenziano perciò come nonostante il Marocco faccia oggi tutto il possibile e collabori appieno con la politica migratoria europea, ciò non ridurrà la migrazione irregolare verso le coste settentrionali del Mediterraneo – e non fermerà tutti i traffici collegati – a meno di un cambio nell’approccio alla sicurezza e alla situazione economica e sociale nei paesi di partenza. La gestione dei flussi migratori dall’Africa deve essere condotta nel quadro di un approccio globale, coerente e multilaterale. Le politiche migratorie portate avanti dall’Unione europea e dai paesi del Maghreb devono essere attuate in stretta collaborazione con i paesi di partenza dell’Africa sub-sahariana. Tale cooperazione deve includere non solo la firma di accordi di riammissione con ognuno dei paesi africani da cui partono i migranti, ma anche piani di sviluppo per ridurre il livello di emigrazione. Quanto al flusso migratorio che passa per le coste meridionali della Spagna, appare inoltre chiaro che senza un’efficace cooperazione tra Marocco e Algeria il confine orientale del Marocco continuerà a sperimentare una forte pressione migratoria, e questo a prescindere dal completamento dei “muri di protezione” che i due paesi hanno iniziato a costruire anni fa sul confine. E di questa pressione faranno necessariamente le spese la Spagna e il resto dell’Europa.