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Geoeconomia e sicurezza: implicazioni e scelte per l’Italia

26/07/2023

Il quadro macroeconomico internazionale presenta una forte volatilità (per certi versi, strutturale) e spinte contrastanti che pongono un’obiettiva difficoltà analitica. Siamo in effetti di fronte a un nuovo standard di complessità, che si manifesta soprattutto nel rapporto tra economia e sicurezza, tra cooperazione intergovernativa (fino a forme di vera integrazione) e tutela di interessi strettamente nazionali. Porre al centro delle scelte economiche le considerazioni di sicurezza (per ridurre la vulnerabilità) implica comunque dei costi collettivi in termini di efficienza complessiva dei mercati, e può innescare a sua volta rischiose dinamiche politico-strategiche, in una spirale prima di protezionismo e poi di conflittualità. Il pericolo per la UE, e inevitabilmente anche per l’Italia, è duplice: da un lato, quello di trovarsi in posizione reattiva e difensiva rispetto ad iniziative americane, al più con una possibilità di coordinamento ex post (come a seguito dell’IRA); dall’altro, quello di subire ritorsioni cinesi nel caso in cui si segua troppo da vicino la linea americana. Su questo sfondo carico di incertezze e di difficili trade-off, un caso specifico di grande interesse è la possibilità di fare dell’Italia un vero snodo energetico (non soltanto un terminale) euromediterraneo per il gas naturale, ampliando intanto lo sguardo anche verso le fonti rinnovabili (con le relative reti) e, geograficamente, verso l’intero continente africano.

Il paper è il risultato del lavoro congiunto dei think tank che partecipano al progetto di “Comunità italiana di Politica Estera”.

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