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Focus euroatlantico, n. 1 (ottobre 2016)

Curatori:
08/11/2016

Questo Focus euro-atlantico, primo di una nuova serie trimestrale, intende fornire un quadro analitico dello sviluppo delle relazioni euro-atlantiche dedicando maggiore attenzione agli eventi, temi e sviluppi considerati di primario interesse per l’Italia e l’Europa. Insieme ad un iniziale commento sull’andamento della relazione transatlantica nel trimestre in oggetto (capitolo 1), in ogni edizione verranno proposte altre analisi specifiche. Nel presente documento Lorenzo Vai (Istituto Affari Internazionali) fornisce una valutazione complessiva della European Union Global Strategy (EUGS), analisi che non può non tenere conto della natura specifica del documento: la EUGS non intende solo guidare l’azione esterna dell’Unione ma anche rilanciarne ed approfondirne l’integrazione, considerata come presupposto per una efficace proiezione esterna. In tal senso, la nuova strategia non può che apparire ambiziosa rispetto all’attuale stato dell’arte – secondo i critici, eccessivamente ambiziosa, considerando la preponderanza dei meccanismi decisionali intergovernativi che prevalgono a livello continentale. Solo la sua concreta attuazione potrà sancire la validità del tentativo della EUGS di ristabilire un equilibrio tra il rispetto dei valori fondanti dell’Ue e il perseguimento dei suoi legittimi interessi. Il potenziale economico, diplomatico e militare dell’Unione ha pochi eguali nel mondo, ma per essere credibili, reattivi e partecipi, bisognerà combinare le premesse materiali con una forte volontà politica. In tempi di crisi esistenziali, ricordare ciò che unisce i paesi ed i cittadini europei non è scontato, soprattutto se dagli interessi si fanno derivare della chiare priorità d’azione, e questo è ciò di cui si fa carico la nuova strategia.
Marcello di Filippo (Università di Pisa) esamina la faticosa ricerca di una politica comune europea in materia di migrazione. Una radicale revisione del regolamento Dublino III, ritiene Di Filippo, dovrebbe rappresentare una priorità nella politica europea dell’Italia. La proposta di revisione della Commissione Europea del maggio 2016 ha mantenuto ferma l’individuazione dei criteri di attribuzione della competenza ma al tempo stesso ha reso “permanente” un meccanismo correttivo in parte ispirato al (fallimentare) schema di relocation vigente. I negoziati si preannunciano difficili, ma l’Italia può provare a trovare sponda in altri governi che hanno sofferto un notevole sovraccarico per il proprio sistema di accoglienza (in qualità di paesi di prima linea, o di Stati di destinazione finale di molti richiedenti asilo), e nello stesso Parlamento europeo. Le idee non mancano, i margini di manovra esistono: si tratta ora di investire nel negoziato, in quanto l’occasione è preziosa, e non va sprecata. Tale sforzo dovrebbe essere portato avanti contestualmente al tentativo di agire alla fonte, cioè nei paesi di origine dell’immigrazione, così come prefigurato nel c.d. Migration Compact, dato che l’azione in materia esterna richiede un notevole sforzo finanziario e una costante proiezione nel tempo. Le regole ordinarie in tema di allocazione delle responsabilità per richiedenti asilo devono perciò essere formulate in maniera razionale ed equa, senza bisogno di invocare volta per volta un meccanismo correttivo ad hoc.
Infine, si propone un breve calendario dei principali avvenimenti del trimestre successivo.

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