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The Evolution of Energy Fluxes and Cooperation Models in the Middle East

Autori:
20/12/2018

Nonostante il suo predominio in quanto principale esportatore mondiale di idrocarburi, il Medio Oriente è in forte ritardo in termini di interconnessioni energetiche regionali, siano esse sotto forma di oleodotti e gasdotti transfrontalieri che di reti elettriche e relative istituzioni. Qualche limitato progresso si è registrato nell’area del Mediterraneo orientale e con la Turchia. Ma finora i progressi sono stati ostacolati dalle sfavorevoli condizioni di interscambio, dai perduranti sussidi nonché da sospetti e controversie politiche regionali. Una spinta verso maggiori collegamenti intraregionali potrebbe venire dai sostanziali cambiamenti nel mercato mondiale dell’energia – un periodo di calo dei prezzi del petrolio insieme all’aumentata produzione di shale gas statunitense, la globalizzazione dell’interscambio commerciale di gas naturale, la crescita delle energie rinnovabili e dell’intervento sui cambiamenti climatici. In ballo ci sono risparmi che vanno da 25 a oltre 100 miliardi di dollari grazie a un maggiore interscambio commerciale dell’energia, ma per realizzarli gli stati della regione dovranno liberalizzare i mercati energetici, creare quadri istituzionali multilaterali e cercare di ottenere il massimo sostegno possibile dalle multinazionali dell’energia e da influenti attori politici, in particolare Stati Uniti, Cina, Unione europea e Russia.

Studio preparato nell’ambito della partnership strategica IAI-Eni, dicembre 2018.

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