The EU's Existential Threat: Demands for Flexibility in an EU Based on Rules
Per completare l’unione monetaria, far tornare la crescita e ricostruire la fiducia nell’Ue, è previsto un approfondimento dell’integrazione. Ciò implicherà un’unione politica dotata di capacità fiscale che probabilmente trasformerà le istituzioni dell’Ue in organi simili a quelli di uno stato. Tale centralizzazione potrebbe mettere a rischio l’integrità dell’Ue, creando resistenza nell’opinione pubblica e disparità tra i paesi che fanno parte dell’area euro e quelli fuori dall’unione monetaria. Questo studio parte dal presupposto che la necessità di un’unione politica sia il risultato dell’incapacità di alcuni governi di attuare le riforme e di rispettare le regole concordate. È apparentemente più facile discutere la riforma della zona euro che riformare le istituzioni stesse di un paese (integrazione “di default”). Se la vera causa della crisi dell’euro risiede a livello degli Stati membri, le riforme dovrebbero partire proprio da questo livello. L’autore di questo studio sostiene quindi che i paesi restii o incapaci ad attuare le riforme non devono chiedere una flessibilità delle regole Ue, ma dovrebbero piuttosto uscire dall’Unione.
Documento preparato nell’ambito di “EU60: Re-Founding Europe. The Responsibility to Propose”, un’iniziativa lanciata dall’Istituto Affari Internazionali (IAI) e dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci), in collaborazione con il Centro Studi sul Federalismo (Csf) e nell’ambito della partnership strategica con la Compagnia di San Paolo, in occasione del 60° anniversario dei Trattati di Roma.
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Dati bibliografici
Roma, IAI, febbraio 2017, 15 p. -
ISBN/ISSN/DOI:
978-88-9368-029-5
Introduction: 60 years of integration
1. Deeper integration?
2. Regaining trust, but at what level?
3. European integration by default
Conclusions and way forward
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Ricerca19/09/2016
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