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Differentiation in CFSP: Potential and Limits

08/03/2017

Con o senza il Regno Unito, il principale fattore che rende inefficace la politica estera e di sicurezza comune (Pesc) continua a essere la ricerca del consenso tra Stati membri che perseguono differenti interessi (geo)politici e differenti obiettivi socio-economici. Nonostante tutta la sua enfasi su una visione condivisa per un’azione comune e un approccio integrato alla definizione delle politiche, la Strategia globale per la politica estera e di sicurezza del 2016 non cambierà questa situazione. Il trattato Ue rende però disponibili diversi meccanismi sotto-utilizzati atti a introdurre più flessibilità e differenziazione nella politica estera dell’Ue. In aggiunta a ciò, negli ultimi anni si è affermata la pratica di gruppi ristretti più o meno strutturati volti a facilitare il coordinamento della politica estera o come avanguardia del coinvolgimento europeo nei negoziati internazionali. Il Gruppo di Visegrad, il formato Eu3+3 (Francia, Germania e Regno Unito per l’Iran) e il formato Normandia (Francia e Germania per l’Ucraina) ne sono un esempio. Questo saggio esamina le potenzialità e i limiti della differenziazione all’interno e al di là della cornice prevista dal Trattato Ue per la Pesc.

Documento preparato nell’ambito di “EU60: Re-Founding Europe. The Responsibility to Propose”, un’iniziativa lanciata dall’Istituto Affari Internazionali (IAI) e dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci), in collaborazione con il Centro Studi sul Federalismo (Csf) e nell’ambito della partnership strategica con la Compagnia di San Paolo, in occasione del 60° anniversario dei Trattati di Roma.

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