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Focus euroatlantico, n. 8 (aprile-giugno 2018)

Curatori:
09/07/2018

Il secondo Focus Euro-Atlantico del 2018 si apre come di consueto con un’analisi ragionata dello stato delle relazioni transatlantiche. Se a inizio anno la relazione transatlantica sembrava resistere alle pressioni, oggi i rapporti tra America ed Europa sono entrati in una fase di crisi forse senza precedenti. Nel primo approfondimento Alessandro Marrone prende spunto dal vertice Nato per un’analisi a tutto campo delle relazioni transatlantiche di sicurezza e difesa. Pur riconoscendo il quadro altamente problematico in cui Stati Uniti e paesi europei operano, Marrone ritiene che ci siano le premesse perché la Nato continui a fornire un collante tra le due sponde dell’Atlantico. Sarà necessario tuttavia che alcune condizioni siano soddisfatte. Il secondo approfondimento è dedicato alle relazioni transatlantiche commerciali. Paolo Guerrieri sostiene che un’antiquata visione mercantilistica del commercio abbia spinto Trump a prendere misure sbagliate – i dazi – per perseguire un obiettivo opinabile (la riduzione del disavanzo commerciale) e uno del tutto condivisibile (arginare le pratiche scorrette della Cina). L’Ue deve non solo reagire ai dazi americani ma anche cercare cooperazioni con altri paesi per riformare le regole del commercio internazionale. Il terzo approfondimento affronta una questione di grande interesse per l’Europa nonostante non vi giochi che un ruolo secondario, la disputa sul nucleare nordcoreano. Lorenzo Mariani ricostruisce il processo diplomatico che dalle minacce di guerra dello scorso anno ha portato alla distensione culminata nello storico vertice tra il leader nordcoreano Kim Jong-un e il presidente americano Donald Trump. Mariani sottolinea tre punti: (i) l’apertura di Kim al dialogo si deve più a una strategia calcolata dal regime che alla massima pressione adottata da Trump; (ii) la distensione non sarebbe stata possibile, e non sarà sostenibile in futuro, senza la perseveranza del presidente sudcoreano Moon Jae-in; (iii) l’incontro di Singapore tra Kim e Trump ha prodotto solo una vaga dichiarazione di intenti, e che l’obiettivo del disarmo nucleare della Nord Corea resta, al momento, ben lontano dall’essere centrato.

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