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NATO SMART DEFENCE AGENDA The Challenge of Implementation

26/04/2012, Roma

‘Smart Defence’, ovvero come garantire la sicurezza nonostante la contrazione dei bilanci della difesa: è questo uno dei temi al centro del vertice della Nato in programma a Chicago il 20 e il 21 maggio 2012. Per approfondire una questione cruciale da tempo nell’agenda dell’Alleanza Atlantica, l’Istituto Affari Internazionali ha organizzato il 26 aprile, presso la Sala Capitolare del Senato, con il supporto della Nato Public Diplomacy Division, una conferenza internazionale cui ha partecipato il ministro della Difesa italiano Giampaolo Di Paola.

Un'economia debole significa minori risorse per la sicurezza, ha sottolineato, nell’introdurre i lavori, il presidente dello IAI Stefano Silvestri: oggi i paesi membri della Nato sono costretti a riformulare i rispettivi bilanci della difesa alla luce della fase di austerità economica che li coinvolge tutti. Ecco perché una delle formule chiave discusse negli ultimi tempi è proprio la ‘Smart Defence’, che mira a ridurre il divario fra capacità militari disponibili e obiettivi assegnati alle Forze Armate. Il concetto si basa su tre pilastri: consultazione preventiva tra i paesi alleati riguardo agli asset prioritari da mantenere; il pooling and sharing di risorse nazionali per generare capacità comuni; la specializzazione delle singole forze armate nazionali per garantire a livello collettivo l’insieme di strumenti necessari a rispondere a future crisi e minacce.

Secondo il ministro Di Paola, il concetto di ‘Smart Defence’ deve essere inteso come uno strumento al servizio di una strategia per salvaguardare e rafforzare la sicurezza globale. Strategia di cui sono responsabili i capi di stato e di governo dei Paesi Nato e che non può, secondo il Ministro, tornare alla mera difesa del territorio europeo. L’Alleanza deve piuttosto contribuire alla sicurezza internazionale, anche rafforzando i partenariati esistenti e instaurando rapporti più solidi con i nuovi attori emergenti sullo scacchiere internazionale, primi fra tutti i Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica).

Per meglio affrontare la sfida del “fare di più con meno”, la convergenza degli interessi nazionali con quelli globali deve essere accompagnata da un dialogo ravvicinato e tempestivo tra governi e l’industria – hanno evidenziato Alberto De Benedictis, amministratore delegato di Finmeccanica UK e Michael Clarke, direttore generale del Rusi (Royal United Service Institute) – verso la messa a punto di un sistema più efficace, basato sulla “transnazionalità” dell’industria della difesa.

Il problema del gap tra obiettivi e capacità dei Paesi Alleati continuerà ad essere al centro dell’agenda Nato ben oltre il vertice di Chicago, che tuttavia potrebbe segnare un passo in avanti negli sforzi transatlantici per affrontarlo.

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