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The EU and North Africa on Energy and Migration: What Prospects after the Arab Spring?

19/03/2012 - 20/03/2012, Roma

La conferenza The EU and North Africa on Energy and Migration: What Prospects after the Arab Spring?, organizzata presso la sede della Rappresentanza della Commissione Europea, rappresenta la seconda tappa di una serie di incontri organizzati dallo IAI in collaborazione con l’Istituto Paralleli di Torino sul futuro del Nord Africa alla luce delle trasformazioni scatenate dalla cosiddetta Primavera Araba. Il primo incontro – tenuto a Torino a inizio dicembre 2011 – si era focalizzato sulle prospettive di cooperazione economica e commerciale tra la Libia e il nostro paese all’indomani della caduta del regime di Gheddafi. L’incontro di Roma è stato organizzato in collaborazione con la Rappresentanza della Commissione Europea in Italia e il German Marshall Fund of the United States (GMF) e con il sostegno della Compagnia di San Paolo, partner strategico dello IAI. I temi della cooperazione energetica e della migrazione sono stati posti al centro del dibattito vista la loro importanza nel definire le relazioni tra i paesi europei e i partner nordafricani. Energia e migrazione sono anche intimamente connesse a una visione delle relazioni tra le due sponde del Mediterraneo incentrate sulla sicurezza. Oggi questo paradigma deve essere rivisto alla luce delle dinamiche interne e regionali che stanno emergendo in Nord Africa e che richiedono un ripensamento profondo delle relazioni tra Unione Europea (UE) e Nord Africa.

La prima sessione della Conferenza ha posto l’accento sulle deteriorate condizioni socio-economiche dei paesi della sponda sud del Mediterraneo e sulla necessità di rivedere i Piani d’Azione negoziati nel quadro della Politica Europea di Vicinato (PEV) al fine di tenere conto delle priorità della lotta contro la disoccupazione, del riequilibrio della forte disuguaglianza interna ai paesi e dell’instaurazione dello stato di diritto. Anche il meccanismo della condizionalità deve essere rivisto al fine di tenere conto della crescente diversità della situazione di ciascun paese e della presenza sempre più importante di altri attori regionali ed extra-regionali, tra i quali spiccano la Turchia, i paesi del Golfo e la Cina.

Le successive due sessioni hanno trattato rispettivamente del tema della cooperazione energetica e della migrazione. L’energia rappresenta un volet importante delle relazioni tra Europa e Nord Africa vista la complementarietà tra le due regioni. Tuttavia si è sottolineato come alcune difficoltà e incomprensioni persistono tra le due sponde circa l’utilizzo delle risorse energetiche di Algeria e Libia, sulle prospettive di tradurre le rendite energetiche in investimenti che creino sviluppo e nuovi posti di lavoro, sulle potenzialità della cooperazione nel campo delle risorse rinnovabili e sulla necessità di creare una politica energetica europea multilaterale rivolta al Mediterraneo.

Un’altra forma di complementarietà esiste nel Mediterraneo dal punto di vista dei flussi migratori. Alcuni spunti interessanti che sono emersi dalle presentazioni e dalla discussione riguardano il nesso tra migrazione e sviluppo che può essere sfruttato, date certe condizioni, per favorire investimenti che aumentino il capitale sociale e per aumentare l’integrazione a livello regionale; la necessità di un cambiamento di prospettiva sulla migrazione che tenga conto anche della dimensione socio-economica e non soltanto di quella della sicurezza; la questione delle frontiere dei paesi sud-mediterranei verso l’Africa sub-sahariana e tra i paesi della regione che sono state attraversate da molte più persone rispetto a quelle che hanno attraversato quella mediterranea; e infine il rischio che il Nord Africa diventi una zona chiusa in cui forti tensioni socio-economiche e politiche possono produrre ulteriori crisi.

La Conferenza si è conclusa con una tavola rotonda sulla Libia incentrata sulle sfide che il paese si trova ad affrontare in questa fase di transizione. La loro natura composita, dal vuoto istituzionale alla necessità di cambiare la cultura politica, dalla forte militarizzazione della società al processo di riconciliazione nazionale, dalle sfide della ricostruzione economica alle questioni identitarie, richiede un ripensamento del ruolo dell’Europa nell’affrontare queste sfide, tenuto conto delle opportunità che le relazioni bilaterali e multilaterali con la Libia ci presentano. Un tema, quindi, di prioritaria importanza per l’Italia e per l’UE nel suo insieme e nel confronto del quale si manifesta una scarsa attenzione.