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Europa, immigrazione e terrorismo

10/10/2017, Roma

Presentazione del sondaggio “Gli italiani e la politica estera”, condotto dal Laps dell’Università di Siena per conto e con la collaborazione dello IAI.

Gli italiani sono più scettici verso l’Europa ma vogliono anche restare nell’Unione. Chiedono una maggiore influenza dell’Ue nella Nato ma non contemplano di aumentare la spesa per la difesa. Sono varie e talvolta contradditorie le risposte degli intervistati dal sondaggio IAI-Laps di quest’anno. “Il compito della classe dirigente politica è proprio quello di provare a sciogliere queste contraddizioni, con un racconto ancorato a dati reali”. Così Stefano Fassina, deputato Pd, intervenendo - fra gli altri – alla presentazione dei risultati dell’indagine.
E per assolvere a questo compito - gli fa eco la vice presidente della Camera, Marina Sereni – è importante “avere a disposizione un apparato di analisti e esperti che aiutino a spiegare all’opinione pubblica la complessità dei fatti con cui ci troviamo a fare i conti”.
Molti sono gli elementi di incertezza che influenzano la percezione che gli italiani hanno della politica estera, primi fra tutti le grandi ondate migratorie e gli attacchi terroristici sempre più frequenti. Oltre un terzo degli italiani interpellati dal sondaggio sceglie la politica dei respingimenti -e ciò nonostante la stessa opzione indichi, tra le possibili conseguenze, il maltrattamento dei migranti-.
Per Marta Grande, deputata del Movimento Cinque Stelle, risposte come queste vanno prese con serietà: “E’ sconvolgente che il nostro Paese stia facendo passi indietro sul rispetto di diritti che davamo per acquisiti”.
Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia, prova a dare una giustificazione alle posizioni espresse dal campione: “Gli italiani non pensano che gli stranieri siano pericolosi perché cattivi o etnicamente diversi”. Semplicemente, spiega, riconoscono la diversità delle loro culture, e accettano di accoglierli purché rispettino quella italiana.
“L’emergenza migranti deve essere risolta in modo razionale”, riflette Pierferdinando Casini. Ma è difficile parlare di razionalità, osserva il presidente della commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, quando le azioni politiche sono subordinate alla ricerca di voti. “Tredici anni fa parlare di Ius soli non destava alcuna polemica – fa notare – oggi invece immigrazione e cittadinanza sono al centro di ogni campagna elettorale”.
Una riflessione anche sull’Unione Europea e sul ruolo che l’Italia dovrebbe giocare al suo interno. Per il sottosegretario agli Affari esteri Benedetto della Vedova “la colpa da scontare è di aver concesso il monopolio della discussione sull’Europa a chi dell’Europa ha fatto il fantoccio politico o il capro espiatorio”. E aggiunge: “L’Unione europea non è solo il passato migliore che gli europei abbiano mai sperimentato, ma è anche il futuro migliore in cui possano sperare”.

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