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The Arctic Council and the Italian Perspective

10/10/2016, Roma

In occasione della celebrazione del ventesimo anniversario della Dichiarazione di Ottawa, atto costitutivo del Consiglio Artico, l’Istituto Affari internazionali (IAI) - in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e la Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale (SIOI) – ha organizzato la conferenza internazionale “The Arctic Council and the Italian Perspective”, che si è tenuta presso la Farnesina il 10 ottobre 2016.

Come sottolineato in apertura dal Sottosegretario agli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, Sen. Benedetto Della Vedova, l’evento ha fornito l’occasione per esplicitare gli interessi dell’Italia nella regione artica, suggellati dall’inclusione del nostro paese tra membri osservatori del Consilio Artico a partire dal 2013 e reiterati nella Strategia nazionale per l’Artico adottata dal governo a maggio 2016.

Il primo panel, si è focalizzato sulle priorità strategiche e le questioni di governance regionale, pur senza dimenticare l’importanza dei cambiamenti climatici in atto nella regione. È stata analizzata l’evoluzione del mandato e delle attività del Consiglio Artico nel corso di questo ventennio e le prospettive per il futuro (Heikkilä and Lorenzen), il forte impulso fornito dall’attuale Presidenza americana alla cooperazione nella regione (Brzezinski), e le prospettive europee nell’area, cristallizzate dalla Joint Communication “A new integrated EU policy for the Arctic” pubblicata ad aprile 2016, e concentrate soprattutto nel settore della scienza e della ricerca (Iarochevitch). E’ stato quindi affrontato il problema della governance dell’Artico, un club ristretto di otto stati, cui sono ammessi anche stati non artici come osservatori permanenti. Di vitale importanza la cooperazione tra Consiglio artico e Nazioni Unite nonché con altre organizzazioni internazionali, come l’Organizzazione Marittima Internazionale (Ronzitti).

L’attenzione europea per i temi della scienza e della ricerca è stata il filo conduttore con il secondo panel (Biebow), durante il quale è stata sottolineata l’importanza della ricerca scientifica in ambito polare per il futuro dell’intero pianeta, soprattutto alla luce degli effetti del surriscaldamento globale. Sono state inoltre presentate le eccellenze italiane nella ricerca oceanografica, dell’atmosfera e della geofisica sperimentale nel contesto artico, con particolare attenzione all’utilizzo di tecnologie e capacità satellitari per il remote sensing nella regione.

Competenze tecnologiche allo sviluppo delle quali contribuiscono un numero di aziende italiane attive nel contesto artico. Nel terzo panel è stata presentata la competenza di e-Geos in materia di osservazione della terra, un fattore fondamentale per garantire un monitoraggio continuo ed efficace dei cambiamenti climatici nella regione, ma anche il contributo di aziende come Eni, Fincantieri e Rebaioli e delle loro tecnologie allo sviluppo sostenibile dell’Artico e delle popolazioni locali. La discussione si è poi concentrata sull’approccio di attori regionali quali la compagnia energetica Statoil e i membri dell’Artic Economic Council, in materia di cooperazione tra industria e ricerca per garantire crescita economica nel completo rispetto delle peculiarità di un ambiente particolarmente fragile e a rischio.

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