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in questo numero:
Osservatorio sulla politica estera italiana - n. 23

giugno 2022

Video

L'Europa e la guerra in Ucraina dopo il Consiglio del 30-31 maggio

Nicoletta Pirozzi, IAI e Antonio Villafranca, ISPI

In un clima di generale cautela e a distanza di oltre tre mesi dall’inizio del conflitto, la riunione straordinaria del Consiglio europeo del 30-31 maggio scorsi ha rappresentato un momento importante per fare il punto su alcune delle tematiche più scottanti sul tavolo. Non vi è dubbio che il tema degli approvvigionamenti energetici rimarrà cruciale nei mesi a venire tanto quanto la spinta verso una maggiore diversificazione con inevitabili considerazioni su opportunità e criticità per l’Ue e l’Italia in particolare. Inoltre, il rischio di una crisi alimentare globale, indotta violentemente dal conflitto e potenzialmente funesta per Paesi già vulnerabili sotto il profilo dello sviluppo interno e della stabilità, emerge in tutta la sua drammatica urgenza ponendo interrogativi sul ruolo dell’Ue e delle altre istituzioni multilaterali.

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Articoli

L’Europa che Mosca non si aspettava

Eleonora Tafuro Ambrosetti, ISPI

In un contesto estremamente volatile come quello prodotto dal conflitto ucraino, una tendenza sembra delinearsi con chiarezza: molti sembrano essere i vinti, anche tra le organizzazioni internazionali, apparentemente paralizzate dall’offensiva russa. Perfino tra i “vincitori”, il rischio di crepe interne sembra essere incombente. L’Ue non fa eccezione; ma, per quanto Mosca abbia chiaramente scommesso su una sua disgregazione e alimentato divergenze e rivalità interne tra gli Stati membri, la riunione straordinaria del Consiglio europeo rafforza le speranze che un’Unione più coesa, autonoma e “verde” sia possibile.

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Svezia e Finlandia nella Nato: scacco sul Baltico, ma non è tutto oro quel che luccica

Karolina Muti, IAI

La potenziale adesione di Svezia e Finlandia alla Nato presenta indiscutibili vantaggi – politici e militari – ma anche inevitabili insidie. L’allargamento e il rafforzamento della Nato a Nord Est si iscrive in un processo di già collaudata cooperazione con due solide democrazie, che apporterebbero all’Alleanza un contributo non solo in termini di capacità di difesa aerea ma anche di esperienza e conoscenza della regione. Tuttavia, si tratta di un iter che – per quanto apparentemente breve – rischia di arenarsi nei gangli della richiesta unanimità e di fronte all’ostruzionismo di alcuni membri. Inoltre, l’ingresso dei due Paesi scandinavi non implicherebbe un’automatica maggiore garanzia di sicurezza per l’Europa, ma aggiungerebbe complessità alle relazioni con Mosca.

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Cosa prevede il piano per l’autonomia energetica europea

Massimo Lombardini, ISPI

Il conflitto in Ucraina ha accelerato la trasformazione della geopolitica dell’energia, mostrando l’inaffidabilità del partner russo e spingendo l’Ue ad adottare un ampio pacchetto di sanzioni e il piano REPowerEU, che ha, ancora una volta, ribadito la complementarietà di transizione energetica e sicurezza degli approvvigionamenti. Il Consiglio europeo ha deciso l’adozione di un sesto pacchetto di sanzioni che impone un embargo sul petrolio russo importato via mare, già oggetto di uno “spontaneo” boicottaggio da parte degli operatori commerciali. Se l’azzeramento dell’import di gas russo figura, invece, come una missione impossibile nell’immediato, il piano REPowerEU traccia un percorso a lungo termine volto alla graduale riduzione della dipendenza energetica europea dalla Russia, promuovendo transizione energetica e decarbonizzazione delle economie europee.

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Le politiche migratorie europee alla prova della guerra in Ucraina

Luca Barana, IAI

La prima risposta europea all’arrivo di oltre 6.8 milioni di profughi in fuga dall’Ucraina è stata sollecita e piuttosto inattesa, nonostante l’approccio restrittivo alle migrazioni adottato dall’Ue negli ultimi anni. La domanda che ne consegue è: l’Ue si trova di fronte a un cambiamento strutturale delle proprie politiche sulle migrazioni o si tratta, piuttosto, di una momentanea deviazione dalla tradizionale impostazione? Sebbene la crisi ucraina abbia offerto l’opportunità per un riallineamento di interessi tra gli Stati membri, il raggiungimento di un compromesso sulla riforma dell’architettura generale delle politiche migratorie in sede Ue sembra ancora lontano. Anche per questo, la Presidenza francese del Consiglio ha preferito adottare un approccio graduale e sartoriale, dirigendo i propri sforzi verso singole tematiche di più facile accordo.

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Infografica

L’andamento degli sbarchi di migranti irregolari sulle coste del nostro Paese appare piuttosto altalenante. In particolare, dopo i picchi toccati tra il 2014 e il 2017 in concomitanza della cosiddetta “crisi dei rifugiati” e il successivo crollo, le proiezioni per il 2022 ci mostrano un trend nuovamente in crescita. Il tema rimane, perciò, quanto mai divisivo sia sul piano interno sia nella cornice comunitaria.

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Leggi anche:

I tempi ‘geopolitici’ dell’unità europea, Federico Castiglioni, IAI

L’Alleanza atlantica e la guerra ucraina: cosa cambierà per l’Europa e l’Italia?, Mario Del Pero, ISPI

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