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in questo numero:
Osservatorio sulla politica estera italiana - n.13

dicembre 2020

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L'Italia e l'Europa dopo il Consiglio europeo

Ferdinando Nelli Feroci, Presidente IAI e Giampiero Massolo, Presidente ISPI

Quello che si è appena concluso è stato un Consiglio europeo cruciale per il futuro dell’Unione, l’ultimo sotto la presidenza tedesca. I temi discussi sono stati molteplici, dal voto favorevole al programma Next Generation EU alle battute finali del negoziato sulla Brexit, dalle tensioni nel Mediterraneo orientale e i rapporti con la Turchia agli ambiziosi piani per la lotta al cambiamento climatico. I compromessi raggiunti su molti di questi temi, sia internamente sia con i partner esterni dell’Ue, lasciano ancora molti nodi irrisolti, primo tra tutti quello di dare un contenuto concreto all’autonomia strategica tanto agognata dall’Unione e discussa a parole.

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Articoli

Compromesso con Polonia e Ungheria: una vittoria di Pirro

Matteo Bonomi, IAI

Il traguardo più importante messo a segno dal recente Consiglio europeo del 10-11 dicembre è stato l’accordo per l’adozione del quadro finanziario pluriennale UE 2021-2027 e per il fondo speciale Next Generation EU. Ma il compromesso raggiunto, che ha permesso il superamento del veto di Polonia e Ungheria, nasconde delle ombre essendo scaturito dalla messa in discussione di uno dei valori fondanti dell’Ue, quale lo stato di diritto.

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Ripresa post-Covid: perché l’Unione bancaria europea è una sfida centrale

Franco Bruni, ISPI

Il percorso iniziato nel 2012 verso l’Unione bancaria europea ha fatto un nuovo importante passo in avanti grazie all’accordo raggiunto dall’Eurogruppo il 30 novembre scorso relativo alla possibilità di usare il Mes a garanzia degli impegni temporanei del Fondo di Risoluzione Comune in caso di crisi delle banche. Ora si guarda in avanti al prossimo obiettivo, ovvero alla realizzazione dell’Unione europea dei mercati dei capitali per favorire l’integrazione della finanza non bancaria e impedire che un Paese possa rimanere escluso dai flussi di credito e dagli stimoli della politica monetaria comune, come successo all’Italia nel 2011-2012.

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Mediare per necessità: l’Italia e le insidie del Mediterraneo Orientale

Dario Cristiani, IAI

Il recente Consiglio europeo non ha sancito passi in avanti significativi sul versante delle relazioni con la Turchia. Il fronte del Mediterraneo orientale resta caldo, così come permangono le spaccature in seno all’Unione. In questo contesto l’Italia si trova in una situazione delicata poiché è esposta su entrambi i fronti: da una parte, la necessità di coltivare la solidarietà intra-europea e gli interessi italiani in Grecia, Cipro, Israele ed Egitto, dall’altra l’importanza della relazione con la Turchia, visto il suo crescente peso geopolitico in Libia e Azerbaijan, tasselli fondamentali dell’approccio di politica estera e di sicurezza energetica di Roma.

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Il Mes, la sua riforma e il dibattito italiano

Antonio Villafranca e Carlo Mongini, ISPI

Il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) resta al centro del dibattito politico italiano. Nonostante il superamento del veto italiano alla sua riforma e la luce verde del nostro Parlamento il 9 dicembre scorso, permangono le divisioni e i contrasti interni molto accesi. L’argomento della condizionalità viene spesso invocato a motivo del rifiuto del MES, non solo da parte dell’Italia, ma il vero problema per il nostro Paese è il fatto che abbiamo sulle nostre spalle un debito pubblico che di per sé si appresta ad essere insostenibile.

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Recovery fund: chi riceve di più?

Il via libera definitivo al pacchetto del Next Generation EU durante il Consiglio europeo che si è appena concluso rappresenta una buona notizia per l’Italia che dovrebbe ricevere un totale di 209 miliardi di Euro in trasferimenti diretti, pari a poco meno del 5 percento del proprio Pil. Luci puntate ora sulle voci di spesa specifiche che verranno inserite nel piano di ripresa nazionale che Roma ha tempo fino al 30 aprile 2021 per presentare.

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Leggi anche:

L'Italia, l'Ue e il clima: l'agenda verde nella triangolazione Cop26-G20-G7, Luca Franza, IAI

Dove nasce lo stallo delle relazioni Ue-Cina, Alessia Amighini e Giulia Sciorati, ISPI

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