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In Search of a New Equilibrium. Economic Imbalances in the Eurozone

Curatori:
31/01/2015

Il volume illustra come per la grande maggioranza degli stati membri periferici della zona euro la riduzione del deficit delle partite correnti sia dovuta principalmente a un calo delle importazioni legato alla recessione, alla compressione dei salari e a bassi tassi di inflazione. Questo processo di riequilibrio delle partite correnti porta però ad aggiustamenti a breve termine - non è infatti in grado di colmare strutturalmente i gap competitivi accumulatisi nell'area dell'euro durante il suo primo decennio di vita (1999-2007) - a causa di una inefficiente allocazione dei flussi finanziari che dai paesi dell'Europa centrale vengono investiti nei paesi della periferia europea. Nella zona euro questi flussi finanziari non hanno adeguatamente incoraggiato la produttività degli stati membri in ritardo, contrariamente a quanto previsto dai modelli macroeconomici basati sul meccanismo della convergenza. Gli autori di questo volume propongono di sostituire la "mano invisibile" del mercato con la "mano visibile" di un progetto politico europeo. Per gli autori un'efficace iniziativa politica deve prevedere un programma di investimenti europei pubblici e privati e "accordi contrattuali" finalizzati all'attuazione di cruciali riforme interne. Tale strategia può portare sia a un rilancio della domanda nel breve periodo sia a un rafforzamento strutturale, a lungo termine, della competitività degli stati membri periferici. Ciò senza finanziamenti diretti e rendendo possibile, sotto il controllo delle istituzioni europee, la cooperazione intergovernativa e il consolidarsi della fiducia.

Studio preparato dalla LUISS School of European Political Economy (SEP) per l'Istituto Affari Internazionali (IAI). Presentato all'incontro "L'eurozona alla ricerca di un nuovo equilibrio", Roma, 12 novembre 2014.

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