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Scegliere per contare. Rapporto sulla politica estera italiana, Edizione 2014

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01/07/2014

Negli ultimi anni il sommarsi di crisi interna ed esterna ha messo l'Italia in una posizione di particolare svantaggio. L'economia europea e mondiale sono ora in ripresa e appaiono meno soggette a rischi sistemici, ma l'Italia ha difficoltà a trarne pieno beneficio perché la sua struttura economica, e di riflesso il suo tessuto sociale, si sono notevolmente indeboliti. Anche il quadro politico europeo continua a non essere dei più favorevoli. Gli assetti interni all'Unione europea (Ue) rimangono incerti e sono venuti emergendo una serie di fattori che possono minare l'assetto di sicurezza in Europa, primo fra tutti le tensioni con la Russia generate dalla crisi ucraina. Per l'Italia la sfida è duplice: a) continuare, anzi riprendere con più coerenza e determinazione, il percorso di riforma interna necessario per riacquistare stabilmente credibilità internazionale; b) aggiornare la propria strategia complessiva di politica estera alla luce dei cambiamenti del quadro europeo e internazionale. In particolare, alcune politiche, come quella migratoria e di difesa, vanno profondamente riviste. In cambio di un concreto programma di riforme, l'Italia può ottenere da Bruxelles una maggiore flessibilità nell'applicazione dei parametri fiscali. Ma deve anche insistere per alcune modifiche sostanziali della strategia e dell'agenda di politica estera dell'Ue. Il primo banco di prova è la presidenza italiana dell'Ue nel secondo semestre del 2014. Studio realizzato nell'ambito della partnership strategica tra l'Istituto Affari Internazionali (IAI) e la Compagnia di San Paolo.

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