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Italian Peacekeeping Missions: Vast, Praised and Underused

03/08/2020

Le operazioni italiane di supporto alla pace sotto il comando delle Nazioni Unite, dell’Ue, della Nato e quello italiano sono molto ben conosciute e apprezzate nell’ambito dalla comunità del peacekeeping. L’attuale contributo dell’Italia è il più ingente tra tutti gli stati ad economia avanzata, poiché l’Italia impegna circa 7.500 soldati in 24 paesi ospitanti, principalmente in Medio Oriente e Nord Africa, nel Mediterraneo, nei Balcani e nel Corno d’Africa. Le missioni italiane hanno origine da un mix tra interesse nazionale e posizioni umanitarie, multilaterali e internazionaliste, ma la loro futura efficacia è minacciata da diversi recenti sviluppi. Tra questi vi sono le crescenti tensioni e i conflitti in Medio Oriente, Nord Africa e Corno d’Africa, la crescente influenza cinese nel Mediterraneo, il declino dell’influenza dell’Europa e dell’Italia nei Balcani, i rischi dell’attuale ridimensionamento Usa, l’instabilità politica ed economica dell’Italia, i molteplici incombenti rischi della crisi libica e svariate ripercussioni della pandemia da Covid-19. Roma deve affrontare rapidamente ed efficacemente questi problemi se vuole mantenere e ottimizzare il ruolo delle sue missioni a sostegno della sua politica estera.