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The Evolution of Turkey's Syria Policy

11/10/2017

L’interazione della Turchia con il Medio Oriente è aumentata dalla fine del 2002, quando il Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) è andato al potere. La Siria è stata il banco di prova di questa nuova politica “neo-ottomana”, volta a migliorare le relazioni commerciali e politiche con tutti i paesi vicini. Analizzando l’evolversi della politica della Turchia verso la Siria sotto il governo dell’Akp è possibile distinguere tre fasi. La prima è stata caratterizzata da un’adozione sistematica della politica “zero problemi con i vicini”, che ha portato a un generale miglioramento delle relazioni. L’avvio della seconda fase ha coinciso con l’inizio della guerra civile in Siria, che ha spinto il governo turco ad archiviare la politica “zero problemi con i vicini” e a perseguire un cambio di regime. Tuttavia la Turchia non è stata capace di rovesciare il regime di Bashar al-Assad, e inoltre la sua strategia ha anche creato tensioni con l’Iran e la Russia e ha portato al deteriorarsi della situazione geopolitica del Paese. Ma c’è di più: la sua risposta inadeguata alla crescita dei gruppi jihadisti e il deteriorarsi della questione curda hanno influito negativamente sulla sua sicurezza. La fase finale, iniziata nel 2016, è caratterizzata da un approccio più pragmatico. Oggi l’ambizioso progetto “zero problemi” ideato da Ahmet Davutoğlu sembra arrivato a un perlomeno momentaneo collasso.