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Europa e Africa: per una politica di cooperazione

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31/03/1969

Dopa la rottura provocata dall'indipendenza, I'Africa e I'Europa hanno ben presto cominciato a cercarsi, a stabilire nuovi rapporti, a foggiarne di nuovi. Spesso tale ritrovamento non nascondeva altro che tentativi neocolonialisti. Altre volte invece sono stati instaurati tentativi autentici di cooperazione. Uno di essi è costituito dai rapporti che la Cee ha stretto con gran parte delle ex colonie francesi, belghe e italiane e poi con alcuni dei paesi anglofoni: la Nigeria dapprima e quindi I'Uganda, il Kenia e la Tanzania, riuniti nella Comunità dell'Africa Orientale. I risultati di questi rapporti sono stati spesso contraddittori, ma in ogni caso hanno messo in moto un movimento da cui non si può prescindere. Oggi che i rapporti fra la Cee e i suoi associati africani vengono contemporaneamente a scadenza il 31 maggio 1969, è necessario rivedere criticamente l'esperienza fatta per rinnovare la politica di cooperazione fra I'Europa e I'Africa in tutti quei punti in cui ha mostrato incrinature o debolezze. Parecchi i problemi che si pongono in questa prospettiva. Così quelli del rapporto che intercorre fra la politica di aiuto allo sviluppo a livello internazionale, la politica della Cee in questo campo e il movimento integrazionista africano, che sono i temi degli studi di Aliboni e Rainero che aprono questo volume. I problemi della partecipazione italiana a questo movimento di cooperazione con I'Africa vengono illustrati da Balboni, mentre Sacco e Casadio chiudono i contributi individuali esaminando i problemi finanziari e agricoli dei rapporti fra la Cee e I'Africa. Completano il volume il contributo di una discussione fra esperti, uomini politici e imprenditori, nonché una documentazione accompagnata da una bibliografia.