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Bottom-up Approaches to EU–Turkey Migration Cooperation: A Call for Sustainable, Principled, Fair and Inclusive Governance

28/06/2018

Sulla base di interviste a chi opera nel settore in Turchia, il presente rapporto analizza il punto di vista degli attori della società civile sulle politiche relative alla migrazione e alla mobilità, nonché i fattori alla loro base e in che modo questi attori valutano le politiche e i meccanismi di cooperazione sviluppati dall’Ue e dalla Turchia. Le interviste mostrano come le priorità principali sono di gran lunga l’inclusione dei rifugiati siriani e una maggiore coesione sociale. Tra le priorità politiche della società civile vi sono anche i diritti dei rifugiati e dei migranti (irregolari) e le agevolazioni alla mobilità dei cittadini turchi nell’Ue. È necessario ripensare nella sostanza tre importanti questioni relative alle politiche dell’Ue e alla cooperazione Ue-Turchia. Prima di tutto è necessario superare le politiche volte a prevenire e scoraggiare la mobilità, inefficaci e non sostenibili nel lungo periodo, e puntare ad ampliare e diversificare le opzioni autorizzate di migrazione e mobilità. Secondo, è necessario ridare priorità al rispetto dei diritti umani e al diritto internazionale, poiché gli approcci restrittivi e strumentali attualmente predominanti hanno ricadute negative non solo per i migranti, ma anche per lo sviluppo di un sistema di governance della migrazione attento ai diritti, per la capacità della società civile di difendere posizioni pro-diritti, nonché per una più ampia coesione sociale in Turchia. In terzo luogo l’Ue deve ripensare (investendoci) meccanismi più equi di condivisione delle responsabilità che non si limitino ai momenti di “crisi”. In questi meccanismi devono essere compresi il sostegno finanziario, il reinsediamento (applicato attualmente) e misure olistiche volte a rafforzare la capacità di protezione di paesi terzi come la Turchia con i suoi attori statali e non. Per massimizzare l’impatto positivo della cooperazione Ue-Turchia sull’integrazione dei rifugiati, sulla maggiore capacità di protezione e sulla coesione sociale nel suo complesso servono approcci dal basso verso l’alto per definire le priorità di finanziamento e provvedimenti su misura a livello locale. Ciò implica che l’Ue deve lavorare a stretto contatto con un più ampio spettro di attori locali governativi e non, stando però attenta alle specificità della cultura politico-istituzionale del paese.

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