Print version

Back to Crisis Mode: Iran's Quest to Manage Internal Crises and External Pressures

Autori:
16/01/2019

Il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare iranianoinciderà fortemente sulle dinamiche di potere e sulle relazioni tra stato e società nella Repubblica iraniana. Nel panorama politico iraniano le correnti riformiste ne usciranno indebolite, mentre la figura del presidente Hassan Rouhani e quella del ministro degli Esteri Javad Zarif potrebbero uscirne rafforzate adottando un approccio più conflittuale in politica estera. Vista la retorica ostile e le aperte minacce militari degli Stati Uniti, nonché la crescente ostilità dei nemici regionali dell’Iran (Arabia Saudita e Israele), il patriottismo farà da collante per gli iraniani, che non per questo però smetteranno le loro proteste. Nella Repubblica islamica si assisterà alla tacita formulazione di un nuovo “contratto sociale”, in cui l’élite al potere dovrà dare una risposta alle richieste sociali più urgenti se intende mantenere intatta la propria struttura politica. Le crisi già in atto nel paese, economica e ambientale, saranno esacerbate dal ripristino delle sanzioni statunitensi. È probabile che in qualche occasione le proteste sfocino in violenti disordini. Ciononostante la Repubblica islamica riuscirà probabilmente ad adottare misure atte a evitare che le difficoltà economiche superino una soglia critica, assicurando quindi la stabilità del sistema. Queste misure ad hoc non saranno però in grado di introdurre vere e proprie politiche di sviluppo, perché la priorità sarà la sopravvivenza economica e politica, non certo la crescita.

Studio preparato nell'ambito del progetto “Europe and Iran in a fast-changing Middle East: Confidence-building measures, security dialogue and regional cooperation”, gennaio 2019.

Contenuti collegati