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Socialismo in Tanzania

Authors:
30/12/1970

All'avanguardia nella lotta contra i residui centri di potere coloniale in Africa, animatore del panafricanismo e della politica neutralista, il governo della Tanzania e Nyerere personalmente occupano ormai un posto di primo piano in Africa. Dopo la scomparsa dalla scena di Nkrumah, a Nyerere compete anzi una specie di primato nell'Africa «rivoluzionaria». Un primato che rende più interessante il suo tentativo di dare un ordine logico e ideologico ad una strategia dello sviluppo socialista studiata sulla misura delle condizioni economiche e sociali dell'Africa di oggi. I due termini entro cui si sviluppa il pensiero e l'azione di Nyerere sono l'indipendenza e il socialismo. L'indipendenza è essenziale per restituire al popolo la facoltà di decidere la propria sorte e per recuperare dopo la parentesi del colonialismo (che per questo può ben esser vista come un'alienazione in senso letterale) i valori originali della cultura africana. Il socialismo deve impedire che il progresso reso possibile dall'indipendenza torni a vantaggio esclusivo di un'élite lasciando intatte le condizioni delle masse. Espressa in saggi programmatici, in discorsi politici, in direttive per il partito o gli altri organi del potere, l'opera teorica di Julius Nyerere è anzitutto il contributo di un intellettuale e poi la presentazione della sua azione politica. Discusso da più parti perché inquinato dall'ispirazione «occidentale», della cultura prevalente ormai nel continente, il ruolo degli intellettuali in Africa e ciò nondimeno essenziale in un momento in cui una certa «filosofia» dell'indipendenza, dimostratasi incapace di dare al nazionalismo africano un contenuto valido oltre il fine della sovranità politica, cede il passo all'esigenza di una «ideologia».