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Internazionalizzazione dell'economia italiana e ruolo delle banche. I servizi bancari e finanziari a sostegno delle imprese: il caso italiano a confronto con modelli di Francia, Germania e Spagna

01/01/2000

Il sistema finanziario italiano è adeguato a sostenere l’internazionalizzazione dell’apparato produttivo? Una ricerca serrata, condotta dall’Istituto Affari Internazionali che, accanto all’analisi, propone misure di policy per favorire l’internazionalizzazione delle banche italiane e tradurre la loro presenza sui mercati esteri in nuovi e migliori servizi per le imprese. Il volume presenta i risultati di una ricerca, curata da Pier Carlo Padoan, su “Servizi finanziari a sostegno del processo di internazionalizzazione dell’economia italiana” svolta dall’istituto Affari Internazionali per conto dell’Associazione Bancaria Italiana. La ricerca è stata presentata nel corso di un Seminario organizzato dal Settore Crediti dell’ABI e tenutosi a Roma il 28 giugno 2000.
Le caratteristiche strutturali e di specializzazione dell’industria italiana – prevalenza di piccole e medie imprese e concentrazione in settori tradizionali a basso – medio valore aggiunto - hanno determinato significativi ritardi nel processo di internazionalizzazione dell’economia italiana, sostanzialmente circoscritto alle esportazioni di beni di consumo e solo di recente rivolto agli investimenti diretti esteri. Ciò ha determinato una situazione di “blocco” nella quale la domanda, delle imprese, e l’offerta, delle banche, di servizi finanziari all’internazionalizzazione sono rimaste su livelli modesti senza reciproci stimoli alla crescita. L’adeguatezza dei servizi finanziari offerti dalle banche italiane a supporto del processo di internazionalizzazione delle imprese è analizzata nel volume, nel quale sono riportati risultati di una ricerca affidata dall’ABI allo IAI, per approfondire la conoscenza della situazione attuale e valutare le prospettive di sviluppo di tale mercato anche in chiave comparata rispetto ad altri sistemi bancari (Francia, Germania e Spagna). Dalla ricerca emergono numerosi elementi di riflessione: la propensione delle banche italiane a concentrare l’attività estera più sulla provvista di valuta che sul mercato al dettaglio; la limitata tendenza all’assunzione delle posizioni di rischio paese; la conseguente difficoltà a operare in comparti creditizi come il credito acquirente e il forfaiting. Sulla base di tali spunti sono individuate le possibili misure di policy per favorire l’internazionalizzazione delle banche italiane e per tradurre la loro presenza sui mercati esteri in nuovi e migliori servizi per le imprese. In particolare: (a) L’adozione di strumenti finanziari di sostegno per le Pmi (forfaiting e linee di credito open); (b) La definizione di una specifica disciplina di vigilanza sugli accantonamenti prudenziali a fronte del rischio paese, che allinei la normativa fiscale con le disposizioni civilistiche e prudenziali; (c) La messa a punto di modelli interni di country risk management; (d) L’aumento del livello di collaborazione tra le banche italiane e le istituzioni multilaterali di sviluppo, come la Banca Mondiale.